~ Una raccolta di storie casuali, buffi aneddoti, fotografie per mostrare com'è la vita quotidiana in Giappone ~
1. Ricordo ancora la prima volta che sono entrata in un supermercato giapponese e la sensazione di totale spaesamento di fronte alla miriade di scatole totalmente sconosciute, iper colorate, ricoperte di scritte e talvolta dal contenuto nemmeno così chiaro.
Pensate soprattutto di trovarvi di fronte a cibi che per la maggior parte non avete mai acquistato e di cui potete solo provare a immaginare il gusto. L'increscioso compito della spesa andava comunque svolto e così spesso, in vena di avventure estreme, provavo a comprare delle cose a caso al supermercato.
Alle volte mi andava bene, il che conduceva a grandi scoperte culinarie, altre mi andava davvero male e in quei casi ho rischiato più volte (inconsapevolmente) di autoavvelenarmi.
1. Ricordo ancora la prima volta che sono entrata in un supermercato giapponese e la sensazione di totale spaesamento di fronte alla miriade di scatole totalmente sconosciute, iper colorate, ricoperte di scritte e talvolta dal contenuto nemmeno così chiaro.
Pensate soprattutto di trovarvi di fronte a cibi che per la maggior parte non avete mai acquistato e di cui potete solo provare a immaginare il gusto. L'increscioso compito della spesa andava comunque svolto e così spesso, in vena di avventure estreme, provavo a comprare delle cose a caso al supermercato.
Alle volte mi andava bene, il che conduceva a grandi scoperte culinarie, altre mi andava davvero male e in quei casi ho rischiato più volte (inconsapevolmente) di autoavvelenarmi.
L'innocua zuppa di miso alle vongole
che vedete in foto penso farebbe invidia al derattizante.
Eppure prometteva bene: mi piace la
zuppa di miso, mi piacciono le vongole, suonava tutto perfetto e in
armonia, e invece ... perché zuppa alle vongole hai voluto tradirmi
in questa maniera? Ci sono rimasta male, sappilo zuppa alle vongole.
La seconda cosa più inquietante
comprata al supermercato è senza dubbio il tortino al gusto
cheesecake. Mettendogli
le mani sopra per infilarlo nel cestino avevo pensato: "Questo
mi ispira proprio, perché io AMO la cheesecake".
Povera, sciocca, ingenua, ragazza
italiana...
... Dovete sapere che i giapponesi hanno un
problema, quando tentano di creare qualcosa al gusto cheesecake quel
qualcosa puntualmente non saprà affatto di cheesecake, no neanche
lontanamente. Ma questo l'ho imparato al costo di tristi esperienze
gustative, in cui pensando che il tortino fosse un errore, uno strano
scherzo della natura, ho voluto diabolicamente perseverare più e più
volte nell'acquisto di cose al gusto cheesecake per poi arrendermi di
fronte all'evidenza che, no, per i giapponesi era quella l'equazione:
cheesecake = formaggio e basta, e da lì non si scappava.
Provate a pensare di mangiare della
fontina mista a grana padano con sopra una cucchiata di zucchero ed
ecco che vi si figurerà cosa per i giapponesi significa gusto
cheesecake.
2. Queste invece
le avevo comprate nel pieno delle mie facoltà mentali, il fatto è
che dovevo sapere che gusto avevano o non ci avrei dormito la notte e
dopotutto come dire di no a delle San Carlo rustiche ricoperte di
cioccolato?
E il verdetto è che ..... niente,
sanno solo di cioccolato.
Che delusione ...
Che delusione ...
Nessun fantastico retrogusto
oscenamente salato di patatine.
(probabilmente era sadismo nei confronti di me stessa sperare che fossero pure salate, ma un pochino davvero ci speravo)
(probabilmente era sadismo nei confronti di me stessa sperare che fossero pure salate, ma un pochino davvero ci speravo)
3. Rimanendo in ambito cibo, anche se in questo caso non in tema di sfide all'ultimo boccone (ultimo perché poteva essere quello letale, visto le cose che ho assaggiato), voglio parlare dei due bicchieri nella foto qui accanto che mi riportano alla mente tanti ricordi dolci e di spensieratezza:
un pomeriggio alcune delle commesse di Starbucks decidono di lasciarci dei messaggini sui bicchieri con tanto di panda (il simbolo di Ueno) disegnato sopra.
Uno dei luoghi in cui amavo andare a studiare era proprio lo Starbucks dentro al Parco di Ueno.
Si potrebbe usare l'aggettivo magico per quello che non è altro che l'ennesimo negozio di una multinazionale americana?
un pomeriggio alcune delle commesse di Starbucks decidono di lasciarci dei messaggini sui bicchieri con tanto di panda (il simbolo di Ueno) disegnato sopra.
Uno dei luoghi in cui amavo andare a studiare era proprio lo Starbucks dentro al Parco di Ueno.
Si potrebbe usare l'aggettivo magico per quello che non è altro che l'ennesimo negozio di una multinazionale americana?
Eppure
è uno di quei luoghi che conservo con cura nel cuore.
Ogni passo da casa allo Starbucks, su per la scalinata dell'uscita est della stazione di Nippori, infilandosi tra piccole casette e templi silenziosi, giù per il cimitero di Yanaka, fino a quando gli alberi del Parco giungevano ad accogliermi e infine dentro quella piccola baita di legno: il mio Starbucks dalle grandi vetrate e la loro vista su una Tokyo quieta e verde.
Ogni passo da casa allo Starbucks, su per la scalinata dell'uscita est della stazione di Nippori, infilandosi tra piccole casette e templi silenziosi, giù per il cimitero di Yanaka, fino a quando gli alberi del Parco giungevano ad accogliermi e infine dentro quella piccola baita di legno: il mio Starbucks dalle grandi vetrate e la loro vista su una Tokyo quieta e verde.
Arrivavo lì con il sole, una volta
finite le lezioni. Uscivo giunta la sera, all'ora in cui decine di
coppiette erano solite sedersi in silenzio a osservare la fontana del
parco, tenendosi per mano.
Ho visto tramonti di fuoco da quelle finestre, ho impilato kanji su kanji, ho sentito la pelle rabbrividire una volta riemersa nel mondo esterno a contatto con l'aria frizzante e calda dell'estate giapponese, ho ascoltato le cicale cantare e le risate dei bambini.
Ho visto tramonti di fuoco da quelle finestre, ho impilato kanji su kanji, ho sentito la pelle rabbrividire una volta riemersa nel mondo esterno a contatto con l'aria frizzante e calda dell'estate giapponese, ho ascoltato le cicale cantare e le risate dei bambini.
E sì, sarà anche l'ennesimo Starbucks
ma per me di certo non è uno Starbucks qualsiasi.
4. Due cose di cui sono
rimasta sorpresa:
il fatto che dopo un pò che ero a Tokyo hanno cominciato a partirmi solamente pubblicità in giapponese su youtube, ovviamente ha senso che sia così, ma non me lo aspettavo comunque, e in realtà mi rendeva felice, mi faceva sentire come se stessi vivendo realmente in Giappone anche se effettivamente ci vivevo, ma così era come viverci ancora di più (la mia mente è complicata, non fateci caso).
il fatto che dopo un pò che ero a Tokyo hanno cominciato a partirmi solamente pubblicità in giapponese su youtube, ovviamente ha senso che sia così, ma non me lo aspettavo comunque, e in realtà mi rendeva felice, mi faceva sentire come se stessi vivendo realmente in Giappone anche se effettivamente ci vivevo, ma così era come viverci ancora di più (la mia mente è complicata, non fateci caso).
La seconda cosa, e questa davvero è
stata sorprendente, è che in molti camerini devi toglierti le
scarpe prima di entrare a provare i vestiti.
Di questa usanza proprio non ne sapevo
nulla, perché nessuno ne parla mai? Questi sono gli elementi
IMPORTANTI sul Giappone che uno dovrebbe rendere noti al mondo.
Mica qual è il nome della capitale o
quale sia l'attuale imperatore, tutte scemenze, ma le scarpe fuori
dai camerini, quello sì.
E a proposito di posti improbabili in
cui bisogna togliersi le scarpe: il dentista.
L'ho notato solo perché a Nippori pare
esserci il raduno degli studi dentistici e un giorno passando davanti
ad uno di questi, mi cade l'occhio sull'entratina piena di scarpe per
terra.
La prima reazione è stata: ma che
cavolo ...?
E poi: aaaaaah, tutto normale.
Quale morale bisogna trarre da tutto ciò?
Al bando i calzini bucati in Giappone, perché non si sa mai quando vi capiterà di dovervi togliere le scarpe.
Al bando i calzini bucati in Giappone, perché non si sa mai quando vi capiterà di dovervi togliere le scarpe.
5. Una
delle cose che amo del Giappone sono i cartelloni pubblicitari
enormi, talvolta assurdi, talvolta divertenti e sugli argomenti più
svariati che ricoprono lo Shibuya Crossing e le stazioni delle metro.
I giapponesi davvero non si fanno problemi, se c'è da pubblicizzare un profumo lo fanno, se si tratta di un film idem (e fin qui niente di strano), ma pari diritti di "apparizione pubblicitaria" vengono concessi anche a anime, manga, improbabili mascotte della qualsiasi cosa e qualunque altra assurdità vi possa venire in mente.
Il Giappone è il Paese delle pari opportunità pubblicitarie e questo mi causa profonda commozione.
I giapponesi davvero non si fanno problemi, se c'è da pubblicizzare un profumo lo fanno, se si tratta di un film idem (e fin qui niente di strano), ma pari diritti di "apparizione pubblicitaria" vengono concessi anche a anime, manga, improbabili mascotte della qualsiasi cosa e qualunque altra assurdità vi possa venire in mente.
Il Giappone è il Paese delle pari opportunità pubblicitarie e questo mi causa profonda commozione.
Proprio per questa, più che giusta, uguaglianza di diritti, nella metro di Shibuya per un certo
periodo sia sui muri interni che su quelli esterni ha campeggiato un
enorme Rufy di One Piece che era la mia gioia.
Una lacrimuccia
di felicità ogni volta che ci passavo davanti, perché in Italia non capita mai di vedere muri ricoperti con personaggi di manga e anime, muri coloratissimi, pieni di scritte e che non possono non mettere il buonumore.
Per non parlare dei poster giganti dei
B.A.P che decoravano allegramente mezzo lato dell'incrocio
quando stava uscendo la versione giapponese di Excuse me.
Per non parlare-bis di quando il caro Taeyang dei Big Bang stava promuovendo il nuovo
singolo e la gigantografia di lui mezzo
nudo era appesa sull'altra metà di
incrocio: TI VOGLIO BENE GIAPPONE e scommetto che per appendere
Taeyang mezzo nudo tu ne vuoi a me, per la prossima volta attendo
fiduciosa TOP, grazie.
Capite ora perché dobbiamo lottare per la pari opportunità pubblicitaria anche in Italia ??
Che si firmino petizioni, che si organizzino marce, alla mano fiaccole e forconi.
Anche noi italiche fanciulle abbiamo bisogno di un Teyang di 15 metri, mezzo nudo, nella nostra vita di tutti i giorni.
Credo farebbe la differenza.
Che si firmino petizioni, che si organizzino marce, alla mano fiaccole e forconi.
Anche noi italiche fanciulle abbiamo bisogno di un Teyang di 15 metri, mezzo nudo, nella nostra vita di tutti i giorni.
Credo farebbe la differenza.
6. Discorsi con un neolaureato giapponese che ti fanno seriamente riflettere sui quesiti della vita:
"Quindi adesso lavori in banca? E cosa hai studiato?"
"Filosofia"
"Filosofia?" (ho sentito davvero bene?)
"Sì, in realtà inizialmente studiavo economia, ma più andavo avanti nello studio più mi rendevo conto di quanto l'economia avesse a che fare con la politica, così sono passato a studiare politica, man mano che studiavo politica ho realizzato quanto avesse a che fare con la filosofia e alla fine mi sono laureato in filosofia"
"E adesso lavori in banca?" (lo richiedo giusto perché magari mi sta prendendo in giro e non devo sentirmi un'italiana miserrima che a 22 anni va all'università e basta)
"Sì, al mio capo è piaciuto il mio modo di ragionare e mi ha assunto"
...
Ed ecco quello che pensavo realmente mentre il caro Sohei raccontava la magica storia della sua assunzione:
In Italia col cavolo che dopo aver fatto filosofia ti assumono in banca *inserire disperazione*
"Quindi adesso lavori in banca? E cosa hai studiato?"
"Filosofia"
"Filosofia?" (ho sentito davvero bene?)
"Sì, in realtà inizialmente studiavo economia, ma più andavo avanti nello studio più mi rendevo conto di quanto l'economia avesse a che fare con la politica, così sono passato a studiare politica, man mano che studiavo politica ho realizzato quanto avesse a che fare con la filosofia e alla fine mi sono laureato in filosofia"
"E adesso lavori in banca?" (lo richiedo giusto perché magari mi sta prendendo in giro e non devo sentirmi un'italiana miserrima che a 22 anni va all'università e basta)
"Sì, al mio capo è piaciuto il mio modo di ragionare e mi ha assunto"
...
Ed ecco quello che pensavo realmente mentre il caro Sohei raccontava la magica storia della sua assunzione:
In Italia col cavolo che dopo aver fatto filosofia ti assumono in banca *inserire disperazione*
In Italia non troverò mai lavoro *disperazione al quadrato*
A 23 anni in banca poi ? *risata isterica*
A 23 anni in banca poi ? *risata isterica*
7. L'italiano random persiste e
colpisce ancora:
Trattoria di Pesce Pappare Italia, notare anche il logo a tema, con un pesce che sembra quello inquietante di Alla ricerca di Nemo, e che pare stia per mangiare o emettere (lascio a voi l'interpretazione) delle P volanti.
Trattoria di Pesce Pappare Italia, notare anche il logo a tema, con un pesce che sembra quello inquietante di Alla ricerca di Nemo, e che pare stia per mangiare o emettere (lascio a voi l'interpretazione) delle P volanti.
Credo di aver riso di più solo la
volta di: "Oh per un tiro di vendemmiai"
(per capire di cosa sto parlando andate
al fondo di questo post, in cui mostro le frasi scritte sulla vetrina
di una vineria "italiana", non ve ne pentirete → frasi assurde in italiano).
Comunque sempre per rimanere in tema di
povero cibo italiano maltrattato non può che venirmi in mente la
meravigliosa, inimitabile (e meno male), inimmaginabile (e facciamo
che resti inimmagginata al di fuori del Giappone) pizza
alla cipolla rossa, arance e limone.
Forse è un tentativo di liberarsi (definitivamente) di clienti poco graditi offrendo loro cotanto meraviglioso esemplare di pizza?
Penso che se non avessi fatto una foto, pur sapendo di aver visto una simile oscenità, stenterei a crederci pure io ... non so, gli agrumi faranno tanto Italia? Cosa abbia portato alla scelta di un abbinamento di sapori del genere resterà per sempre un arcano mistero.
Penso che se non avessi fatto una foto, pur sapendo di aver visto una simile oscenità, stenterei a crederci pure io ... non so, gli agrumi faranno tanto Italia? Cosa abbia portato alla scelta di un abbinamento di sapori del genere resterà per sempre un arcano mistero.
Spostandoci verso pietanze meno letali,
e sicuramente più kawaii: che ne dite della pizza con la
mozzarella-panda che vendono ad Ueno??
Non ho avuto modo di assaggiarla ma dalla foto non sembra niente male e poi è risaputo non si dice di no al panda.
Non ho avuto modo di assaggiarla ma dalla foto non sembra niente male e poi è risaputo non si dice di no al panda.
8. Mentre sono in Giappone vedo
per la prima volta il drama "My Boss My hero" dietro consiglio di Ale e dopo la
visione siamo così fomentate e prese male che decidiamo di andare a cercare al
supermercato del budino al mango solo per metterci a mangiarlo
sedute come fa sempre il protagonista del drama e fare conseguente foto idiota.
Per comprendere meglio perché siamo
sedute in questa posizione assurda guardate la famosa → scena del budino al mango 1 e scena del budino al mango 2
E se non lo avete
ancora visto, dovete assolutamente guardare questo stupendo drama
giapponese, perché è qualcosa di meraviglioso ed epico e io ridevo
come una scema tutto il tempo.
Tuttora rimane uno dei miei drama giapponesi preferiti.
Ah, e comunque se ve lo state chiedendo i giapponesi fanno dei gran budini, quindi il mango purin (come lo chiamano) non era di semplice figura per la foto, no, lo abbiamo pappato e prontamente approvato. Se vi capita dovete davvero assaggiarlo, altro che i nostri budini pronti del bancofrigo.
9. Lasciate che
vi presenti una delle meraviglie del mondo, uno dei piatti più
buoni che la mente umana abbia mai creato: il Katsudon,
ovvero riso con sopra cotoletta di maiale e frittata (a Torino lo potete assaggiare qui)
e il suo degno compare di bontà: il Karee Udon, udon immerso in delizioso curry giapponese.
e il suo degno compare di bontà: il Karee Udon, udon immerso in delizioso curry giapponese.
Potrebbe
mai esistere qualcosa di più buono? No davvero.
Il
Katsudon è un piatto della cucina popolare e viene cucinato in parecchi
ristoranti, solitamente mi capitava di trovarlo casualmente e
avvertire l'improvviso dovere morale di mangiare Katsudon (no, chi
voglio prendere in giro, è buono e basta). Lo trovavo davvero ovunque, tranne nei casi in cui lo
cercavo appositamente, in quei casi il posto più vicino che lo aveva
in menù stava probabilmente più o meno su Plutone.
Per
il Karee Udon avevamo invece un unico e solo fedele fornitore,
l'Hanamaru di Takadanobaba, e una settimana senza Hanamaru,
lasciatemelo dire, era davvero una settimana sprecata, visto che è risaputo che gli udon sono
vita e senza non si campa.
Fortuna
voleva che essendoci innamorate della bella Takadanobaba eravamo tra
le sue strade un giorno sì e l'altro pure, quindi non correvamo rischi di astinenza da udon neanche per sbaglio.
10. Per il modico prezzo di 15
euro le vostre tette potranno diventare dei riproduttori di
onomatopee e
fare BOOM e BOMB anche loro proprio come illustrato nella foto qui accanto.
Ebbene sì, in Giappone vendono creme in
teoria miracolose che dovrebbero aiutare i nostri petti sforniti a
"esplodere" proprio come indicato dalle onomatopee
precedentemente citate.
Preciso che non le ho trovate in
qualche losco posto ma in bella vista nel reparto cosmetici del
Donki, così una se ha bisogno di un mascara nuovo passa e per 15
euro si rifà anche le tette.
11. I
giapponesi sono tranquilli, i giapponesi sono silenziosi ... sì,
tranne la domenica mattina tra le 7 e le 9: cose come trapanare a
tutto spiano, smontare casa e rimontarla, ma soprattutto camioncini dei negozi dell'usato
che con instancabile insistenza mandano il messaggio pubblicitario a un volume che neanche una discoteca.
Credo di essere
giunta sull'orlo di compiere un omicidio a un certo punto (perché ambasciator non porta pena ma il tizio che guidava quel coso andava eliminato): stupido camioncino
dell'usato, i divani pulciosi da rivendere valli a cercare da qualche altra
parte, non sotto le finestre di casa mia.
Giuro che sembrava
di averlo in camera con l'altoparlante puntato dritto nel mio
orecchio e l'esasperazione a cui il volume assordante mi portava, considerando che il mio
caro corpo abituato al fuso italiano di dormire non ne voleva già
sapere di suo, era qualcosa
che a parole non può essere davvero descritto.
In compenso tuttora saprei recitarvi a memoria l'elenco della roba usata che il dannato camioncino cercava.
Direi che ci ho guadagnato vero?
In compenso tuttora saprei recitarvi a memoria l'elenco della roba usata che il dannato camioncino cercava.
Direi che ci ho guadagnato vero?
12. Accade mentre facciamo beatamente shopping da Forever21, dalla strada sentiamo provenire un rumore di musica tradizionale e tamburi.
Così, perché di farmi i fatti i miei come il resto dei clienti non se ne parla, mi infilo tra gli stand attaccati alla vetrata del secondo piano del negozio e questo è quello che mi si presenta davanti:
hanno deciso di fare una processione in stile matsuri nel bel mezzo di Shibuya con tanto di palanchino e danzatori in abiti da festa.
E' la magia del Giappone, che consente alla tradizione di infilarsi anche nei suoi luoghi più moderni. Permette ai suoni e ai colori di feste dal sapore antico di invadere gli spazi tipicamente occupati da musica pop e grandi catene di negozi e lo permette in una maniera così incurante da non lasciare dubbi sul fatto che il Giappone non abbia un unico volto, ma che ne abbia mille, visi meravigliosi, totalmente differenti e capaci di coesistere in armonia.
Così, perché di farmi i fatti i miei come il resto dei clienti non se ne parla, mi infilo tra gli stand attaccati alla vetrata del secondo piano del negozio e questo è quello che mi si presenta davanti:
hanno deciso di fare una processione in stile matsuri nel bel mezzo di Shibuya con tanto di palanchino e danzatori in abiti da festa.
E' la magia del Giappone, che consente alla tradizione di infilarsi anche nei suoi luoghi più moderni. Permette ai suoni e ai colori di feste dal sapore antico di invadere gli spazi tipicamente occupati da musica pop e grandi catene di negozi e lo permette in una maniera così incurante da non lasciare dubbi sul fatto che il Giappone non abbia un unico volto, ma che ne abbia mille, visi meravigliosi, totalmente differenti e capaci di coesistere in armonia.
13. L'affollarsi dei salarymen sulle banchine della stazione di Ueno, la marea indistinta di pantaloni neri, camicie bianche e valigette rigide in attesa della Yamanote è una scena talmente ordinaria da risultare ai miei occhi di una bellezza dolorosa. Perché del Giappone apprezzo la tremenda meraviglia, l'aria dimessa, gli eccessi, ma anche la semplice
vita quotidiana.
Ed il grande esercito di uomini e donne in procinto di andare a lavoro non è altro che uno degli scenari più caratteristici e quotidiani dell'immensa e complessa capitale giapponese.
Spero che questo insieme di racconti di vita quotidiana vi sia piaciuto ☆*:. o(≧ ▽ ≦)o .:*☆
Fatemi sapere cosa ne pensate e se qualcosa vi ha colpito particolarmente.
Potete leggere la PRIMA PARTE qui → Storie di vita quotidiana in Giappone ~ parte 1
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Ed il grande esercito di uomini e donne in procinto di andare a lavoro non è altro che uno degli scenari più caratteristici e quotidiani dell'immensa e complessa capitale giapponese.
Spero che questo insieme di racconti di vita quotidiana vi sia piaciuto ☆*:. o(≧ ▽ ≦)o .:*☆
Fatemi sapere cosa ne pensate e se qualcosa vi ha colpito particolarmente.
Potete leggere la PRIMA PARTE qui → Storie di vita quotidiana in Giappone ~ parte 1
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Ci vediamo alla Prossima Fermata gente ⊂(。・ω・。)⊃ !!!
Voglio sapere cosa cercava il camioncino Dell usato :-D
RispondiEliminaTante cose (troppe) XD ma era troppo molesto, povera me ahah
RispondiEliminaBellissimo post! E me lo stavo pure perdendo O_o
RispondiEliminaHo riso e mi sono emozionata perché ho rivissuto parte delle mie esperienze in Giappone. Tutti quei colori e non capire se siano commestibili.... XD il katsudon ma anche le catene di donburi come Yoshinoya... slurp! I gadget improbabili ma alcune volte utilissimi! I konbini mi hanno folgorata.... entrare lì dentro per me era come andare a fare colazione da Tiffany per la Hepburn.... e poi quelle immagini che davvero non ti aspetti. ... grazie! ^3^
Ciao Cara Hachi :D grazie mille per esserti fermata a leggere questo post!!
EliminaQueste post era un pò un viaggio nella memoria (e ne seguiranno altri su questo genere) e sono davvero contenta che tu abbia potuto in parte compiere questo viaggio tra i ricordi insieme a me :*
Credo che i supermercati giapponesi siano davvero affascinanti, i loro pacchi e scatolame tendono a essere molto più colorati e questo mi metteva un senso di allegria ogni volta che entravo nel supermercato vicino casa, poi come non innamorarsi del reparto con tutti i bento pronti *^*??
Anche io adoro Yoshinoya, quello vicino allo Shibuya Crossing era una tappa immancabile, per non parlare dei konbini quanto è divertente entrare e curiosare tra i mille prodotti e snack ??
Il fascino del Giappone sta nella sua varietà, nel suo riuscire sempre a sorprenderti
Parliamo di Katsudon...la fettina di maiale è intera o già tagliata? (Io con le bacchette riesco a prendere -quasi sempre- ma tagliare....
RispondiEliminaCiao Aldabra :) la fettina è già tagliata a striscioline fortunatamente, già che non hanno coltelli almeno si sono ingegnati per fare in modo che ogni piatto (o quasi) non abbia bisogno di essere tagliato ma venga preparato precedentemente dal cuoco per essere "a bocconi". Trovo anche io difficoltà a tagliare, ma una mia amica mi ha insegnato un metodo tutto suo in cui si usano entrambe le bacchette tagliando come se si facesse una X ahah ... metodi alternativi per arrangiarsi nei momenti di bisogno
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