martedì 23 dicembre 2014

Prossima Fermata: Big Hero 6 o Tokyo in un film Disney


Sono andata a vedere Big Hero 6. Sì, il primo giorno, a uno spettaccolo in un orario dimenticato da Dio, in tutta la sala c'eravamo io, il mio ragazzo e una madre con bambina annessa, stop.
Ma come potevo resistere? Come?
Impossibile! E ora vi spiego perché.
Questo film racchiude le tre cose per me più belle al mondo:
-il Giappone (perché ambientato a San Fransokyo, città che è per metà Tokyo)
-la Disney (è un film Disney, chi altro poteva produrre una simile meraviglia?)
-la Marvel (la storia è tratta da un fumetto della Marvel)
Ecco, capitemi ora, io DOVEVO vederlo, praticamente era un obbligo morale.

E poi parliamone, il cattivo ha una maschera KABUKI, se non è epicità questa non saprei proprio che altro potrebbe esserlo.
Ma questo è solo uno dei numerosi elementi giapponesi che troviamo all'interno del cartone. Quali sono gli altri?
Scopriamolo assieme....

Big hero 6





Big Hero 6 è la storia di un amore ( la Disney nel dipingerne le sfumature non fallisce mai) fraterno questa volta. Tadashi e Hiro Hamada, due fratelli per metà giapponesi, orfani di genitori, che vivono con l'esuberante e amorevole zia Cass.
E' la storia di una perdita e di come le persone che ci lasciano non spariscano mai realmente, il loro ricordo rimane, ma soprattutto a rimanere è la loro eredità. 

Mi sono innamorata del rapporto tra questi due fratelli. Tadashi è la guida di Hiro, la spinta a essere la parte migliore di se, a usare la propria genialità per scopi più alti.
E' un ragazzo maturo dal cuore gentile e questo si riflette anche nei suoi studi di robotica, mette se stesso nella creazione di Baymax, robot il cui scopo è proprio quello di prendersi cura delle persone. Baymax è a tutti gli effetti una parte di Tadashi, è la bontà, la premura di questo giovane uomo, il suo più grande e meraviglioso lavoro.

Hiro invece è un adolescente che cerca di trovare la propria strada, un bambino prodigio ma pur sembre un bambino, a cui piace giocare e costruire per divertimento ed è la figura di Tadashi a condurlo per tutta la durata della storia in un modo o nell'altro, fino alla scoperta di quale sia il cammino che effettivamente desidera intraprendere. Hiro cresce nel corso del film, e grazie a Baymax affronta il proprio dolore e comprende meglio il valore delle cose.
Tadashi e Hiro sono due personaggi meravigliosi e poi come non adorare quel loro aspetto da giappini carini e molto cool.  









Ma ciò che più mi ha stupito e che ancora di più mi ha fatto apprezzare il film è la cura dei dettagli messa nel costruire una credibile San Fransokyo, non solo per coloro che in una città che è per metà Tokyo andrebbero a cercare i soliti clichés sul Giappone, ma anche per coloro che il Giappone lo conoscono più da vicino. Tantissimi infatti sono i riferimenti a Tokyo e al Giappone in generale.


San Fransokyo è un mix ben riuscito tra la meravigliosa San Francisco e la stupenda Tokyo, un capolavoro di alchimia architettonica.
Troviamo dunque elementi come i tram e le strade, che sembrano più pendii e colline di lucido asfalto, il Transamerica Pyramid, le case vittoriane e i gratteciali che giocano a rimescolarsi, tipici elementi di San Francisco, ma troviamo anche tanto Giappone.












-Un esempio evidente è il ponte che solca il mare sulla baia della città, subito vengono in mente il Golden Gate Bridge (anch'esso rosso) o il San Francisco Bay Bridge. In Giappone esistono loro fiere controparti il Yokohama Bay Bridge o il Tokyo Rainbow Bridge, ma ciò che rende veramente giapponese questo ponte sono i Torii che ne compongono la struttura.
I Torii (鳥居/とりい) sono i tradizionali portali d'accesso a un santuario shintoista o a un'area sacra e generalmente sono rossi (colore che in Giappone rappresenta buon auspicio e felicità). Il passaggio attraverso un Torii è una prima forma di purificazione dell'anima, necessaria per entrare nel tempio e poter pregare i kami (gli spiriti ospitati nel tempio). 



















- la pale eoliche che sorvolano la città e che sembrano solamente palloncini a forma di pesce rimandano in maniera geniale al Kodomo no Hi (子供の日/こどものひ) festività giapponese che si svolge il 5 Maggio, letteralmente si può tradurre come giorno dei bambini ed è dedicata al rispetto della loro indole e a festeggiarne la felicità.
Il simbolo più tipico del Kodomo no hi sono proprio i koinobori, maniche a vento a forma di carpa. 
I koinobori condensano tutte le valenze simboliche di questa festa che augura ai bambini energia fisica e spirituale, oltre che crescita e successo sociale.
Infatti la carpa, per la sua capacità di risalire i torrenti e addirittura le cascate, è considerata in Giappone il più virtuoso di tutti i pesci, un simbolo di decisione e coraggio.






-a San Fransokyo non ci si sposta solo in tram, più di una volta nel corso del film si vedono delle linee della metro non sotterranee correre su sopraelevate. A Tokyo esistono linee ferroviare con la frequenza di una metro non sottorranee, le varie linee del sistema di trasporti di Tokyo non si distinguono solo per il nome ma anche per il colore dei vagoni. Nel film possiamo notare il verde della Yamanote (山手線/やまのてせん), la più famosa tra le linee di Tokyo, quella che percorre in circolo la città attraversandone i quartieri più noti e l'arancio della Chuo (中央線/ちゅうおうせん).
La Yamanote trasporta ogni giorno circa 4 milioni di passeggeri (poco meno dell'intero sistema di trasporti di New York) la Chuo invece è seconda per numero di utenti. 























-I grattacieli che vediamo in questa città immaginaria non sono solo quelli di San Francisco ma anche quelli di Tokyo:Shibuya con i suoi edifici ricoperti di schermi che pulsano di colori e rumori. A un certo punto si scorge anche un palazzo che sembra in tutto e per tutto il 109 uno dei più famosi centri commerciali di Shibuya interamente dedicato alla moda femminile. L'edificio di San Fransokyo riporta sopra la facciata un altro numero (sempre a tre cifre) ma ha uguale forma cilindrica.
Come non notare poi la Tokyo Tower, rossa sgargiante, a San Fransokyo svetta appoggiata sopra un altro edificio.
























- a Tokyo i neon non mancano (uno 
degli esempi più estremi è certamente Kabukicho), così San Fransokyo segue la sua controparte reale e si riempe anch'essa di scritte variopinte e kanji luminosi, molti cartelli seguono anche la disposizione verticale giapponese. Inoltre spesso nel film queste luci sono rosa-bianche, il colore dei ciliegi giapponesi durante la fioritura.







-altri riferimenti alla cultura giapponese sono il ring in cui vengono combattutti i botduelli che ricorda la zona di combattimento del sumo (un cerchio di paglia), a un certo punto possiamo vedere il famoso dipinto "La grande onda di Kanagawa" di Hokusai raffigurato sul lato di un treno in corsa (opera che rappresenta la grandezza e la potenza della natura a cui l'uomo non può fare altro che sottostare), un gigantesco sushiman e un chioschetto di ramen, infine lanterne rosse pendere da un ponte.






Per concludere parliamo di alcuni dei personaggi



-Tadashi
In giapponese il significato di un nome varia a seconda dei kanji utilizzati (ovvero esistono numerosi kanji omofoni ed ognuno di essi racchiude significati differenti o simili).

Ad esempio si pronunciano "Tadashi":
significato: uomo corretto; onesto; che ha senso di giustizia.
significato: uomo corretto; che corregge il male/ingiustizia e salva".
significato: uomo fedele; leale
significato: uomo onesto oppure avendo il significato "diritto", puo' essere "uomo che giunge dritto alla meta"
significato: la legge fondamentale (che si riferisce spesso alla costituzione)
Anche se la lista è molto più lunga direi che in generale i significati sono decisamente azzeccati visto il tipo di personaggio.












-Hiro
Anche in questo caso il significato del nome varia a seconda dei kanji utilizzati. Per darvi un'idea ecco alcuni dei kanji che hanno come lettura "Hiro":
寛 significato: tollerante; generoso
significato: abbondante
浩 significato: prosperoso;vigoroso
大 significato: grande
博 significato: comando;stima
弘 significato: generoso
洋 significato: oceano
紘 significato: ampio
滉 significato: profondo;largo
広 significato: largo
宏 significato: largo
Insomma un piccolo genio con un nome "grande". 






                              





-GoGo Tomago
Tomago è chiaramente una storpiatura del giapponese --> tamago (卵 / たまご) che significa uova, ingrediente molto usato nella cucina giapponese, in riferimento al tipo di tuta (gialla e con dei cerchi) indossata dalla tostissima eroina. 














- Wasabi 
(山葵/わさび) come molti sapranno si tratta di una radice giapponese da cui si ricava una pasta di colore verde dal sapore particolarmente piccante con cui si accompagnano solitamente alcuni tipi di sushi. Verde è poi il colore caratteristico del personaggio: di questo colore sono infatti le maglie che gli vediamo indossare e la sua tuta da supereroe. 









-Yokai è il cattivo di turno, ha però un elemento molto particolare a contraddistinguerlo: una maschera kabuki.
Il kabuki è uno dei generi classici del teatro giapponese, gli attori sono esclusivamente maschi e in realtà non indossano una maschera ma un trucco apposito, il keshou.
Il più caratteristico tra gli stili di trucco e il kumadori (legato solo allo stile aragoto=stile di recitazione virile, guerriero ed esagerato) che tende ad accentuare, piuttosto che coprire, l'espressione dell'attore. La base è generalmente bianca e ne esistono circa 100 differenti tipi, che consistono in sistemi di linee forti (fondamentalmente in nero, rosso e blu, ma occasionalmente anche in marrone, oro, porpora e ocra) che rappresentano a seconda della forma e del colore qualità diverse del personaggio rappresentato. Il rosso ad esempio (colore che troviamo nella maschera del nostro cattivo kabuki) può indicare collera, coraggio, ostinazione. 





-il gatto Mochi ( /もち) Il mochi è un dolce tradizionale giapponese costituito da riso glutinoso tritato e pestato ad ottenere una pasta bianca, morbida ed appiccicosa che viene poi modellata in una tipica forma tondeggiante. Sebbene possa essere consumato da solo, il principale utilizzo del mochi è quello di pasta ed ingrediente base per la realizzazione di una gran quantità di dolciumi: fra i più comuni vi è il daifuku, costituito da mochi ripieno di marmellata, solitamente anko (fagioli rossi dolci). In poche parole questi dolci sono pallette cicciottose e morbide, un nome dunque molto adatto per il paffuto e dolce gatto di casa Hamada.




E voi avete notato altri dettagli collegabili al Giappone? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto :)




Se questo post vi è piaciuto correte sulla mia pagina Facebook e mipiacciatela Baymax vi darà un caldo abbraccio. BALALALALLA!
Ci vediamo alla Prossima Fermata gente!









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