~ itinerario di 8 giorni a Londra: day 2 ~
Basta un passo solo, giusto un passo, appena al di là del grande centro, che in realtà a ben guardare è un agglomerato, una stretta unione di tanti infiniti piccoli centri.
A Londra, come a Tokyo, e forse come accade in tante altre metropoli, ciò che è centrale si allarga, si moltiplica, senza trovare confini netti.
Sollevo lo sguardo, compio un passo e ciò che è naturalmente periferico mi viene incontro.
In una Londra tanto grande quanto mutaforma, anche nella periferia, nel confuso insieme che vive oltre la zona 1 e la zona 2, si annidano centri-non centrali di unica bellezza.
E mentre nel suo stomaco, nel suo cuore, Londra mi è apparsa come una città multicolor traboccante di vita e frenesia (ve ne parlo in questo post), nelle sue braccia e nelle sue gambe, negli arti più lontani da quel rimescolio variopinto, sembra essersi concessa il privilegio di un unico colore.
Ha messo guanti e scarpe VERDI, un verde di quelli accesi, quello dei prati grassi di pioggia, dei boschi abitati dai cervi, delle palme lussureggianti, delle ninfee ricche d'acqua.
Nuovamente a discapito di tutti i preconcetti che le pendono sul capo.
Londra grigia? Ma quando mai!!
E con un passo mi preparo a visitare Windsor e Kew Gardens, mi lascio alle spalle il mondo in technicolor e mi immergo tutta completamente nel VERDE...
Inizio la giornata in maniera lenta, coccolata.
Non molto lontano dall'appartamento che ho affittato c'è un piccolo caffè così deliziosamente londinese che sfuggirgli mi risulta impossibile.
Si chiama Sunday, dove domenica è tutta la settimana e non solo il settimo giorno di riposo.
Se fossi inglese e dovessi dire: "Domenica andiamo da Domenica?" per invitare qualcuno a fare colazione qui, riderei ogni volta come una scema.
Ma inglese per fortuna non lo sono, e mi limito a rimanere affascinata dalla veste minimal del locale, pareti bianche e linde, tavoli in legno ruvido, sedie spaiate e bulbi privi di paralume che danzano da una parte all'altra del soffitto.
Fuori soffia un vento gelido, ma dentro c'è un bel calduccio e in cerca di conforto mi fiondo su una bella (metà) porzione di french toast (che su quella intera per i metri quadri ci dovevo pagare l'imu).
Buonissimi ma soprattutto dolci, molto molto dolci.
Così per intenderci, il mio ha dentro caramello, banana caramellata, salsa ai frutti di bosco e zucchero a velo (praticamente facevo prima a ingurgitare un intero sacco di zucchero, ma vuoi mettere la croccantezza-morbidezza?) ... per non parlare del fatto che sono praticamente fritti nel burro (insomma il pudore l'ho lasciato in Italia).
E per accompagnare una tazzina di chai latte, che oggi ci teniamo.
Lo confesso, io ho un problema con il chai latte, lui e il pumpkin spice me li sogno la notte, ma qui in Italia nessuno li considera e io sono affranta, depressa.
Il risultato è che ogni volta che mi trovo all'estero ne bevo così tanto che al posto del sangue mi ritrovo spezie, tè e puré di zucca.
Dopo aver assunto la prima dose del prodigioso figlio di tè chai e schiuma di cappuccino mi sento quasi in vena di sbeffeggiarlo il vento polare che mi attende fuori, l'unico problema è che io in Inghilterra ci sono venuta senza sciarpa ... ovvio no?
Non vi preoccupate comunque, Primark porrà rimedio da qui a breve e dal canto mio ringrazio ancora adesso la temperatura interna della metro (che più o meno si aggira intorno ai 50 gradi) che mi aiuta ad arrivare in qualche modo indenne fino alla Stazione di Paddington.
Giusto il tempo di una foto con la statua e la panchina dell'omonimo orsetto (sapevate che i libri di cui è protagonista sono veri e propri campioni di incassi?) e sono finalmente pronta a compiere i miei primi passi fuori Londra, in quel verde periferico, che più verde non si può.
La prima tappa di questa Londra GREEN è il Castello di Windsor.
Innanzitutto un po' di informazioni utili:
nel caso in cui abbiate acquistato un London Pass (come ho fatto io) sia il biglietto per entrare al castello che il treno per arrivare fino a Windsor sono inclusi.
Alla stazione di Paddington dovrete dunque mostrare ai tornelli il vostro London Pass per accedere alle banchine senza acquistare un biglietto vero e proprio, prendere un treno direzione Oxford e scendere a Slough.
Una volta giunti a Slough un piccolissimo treno (sempre incluso nel pass) vi porterà direttamente a Windsor.
A questo punto vi basterà mettervi in coda per entrare e alle casse mostrare nuovamente il pass per visitare il castello senza costi aggiuntivi.
Nel caso in cui invece non abbiate un London Pass dovrete acquistare un biglietto del treno a Paddington, il più economico è il biglietto andata-ritorno (circa 10.50£), e poi comprare il biglietto di entrata al castello (20.50£ per gli adulti e 18.70£ per gli studenti).
Perché parlo di Londra green in questo caso?
Perché la cittadina di Windsor in generale e il castello in particolare sono circondati da immensi, infiniti prati verdissimi perfettamente tagliati (prati all'inglese giustamente eh) e oltre le pietre grigie e brune della costruzione imponente è il verde acceso a dominare il paesaggio.
Mezzora e si è catapultati nel cuore di una campagna ricca di genuina atmosfera British, nel castello attualmente abitato più antico del mondo.
La visita del castello è piuttosto lunga dal momento che il complesso è davvero grande (potreste trascorrerci dentro anche 2/4 ore) con audioguide incluse nel biglietto, e ciò che è gratis e culturale si ascolta tutto religiosamente, no?
Le parti che ho trovato più interessanti sono la St George's Chapel, relativamente alla quale vi verrà narrata anche la storia dell'Ordine della Giarrettiera (la sala in cui si riunivano all'interno della cappella è una vera meraviglia) e gli State Apartments con la bellissima sala degli stendardi dei cavalieri.
La visita al Castello di Windsor con precedente colazione rilassante richiede circa mezza giornata ma organizzando bene gli spostamenti si riescono a visitare anche i Kew Gardens.
Di nuovo vi lascio alcune informazioni utili:
una volta tornati alla Stazione di Paddington, dalla fermata metro Paddington prendete la District Line direzione Wimbledon e scendete a Earl's Court, qui riprendete la District Line direzione Richmond e scendete alla fermata Kew Gardens (è necessario cambiare a Earl's Court e stare attenti alle direzioni perché la District Line si dirama in più punti).
Inoltre se avete acquistato un abbonamento dei mezzi da una settimana solo per zona 1 e zona 2, trovandosi i Kew Gardens in zona 4, dovrete caricare sulla vostra Oyster circa 4£ per coprire il costo dello spostamento andata-ritorno fuori dalle zone previste.
Nel caso in cui siate possessori di un London Pass l'entrata ai giardini è inclusa, in caso contrario il biglietto d'ingresso costa 9£.
Al pari di Windsor la zona che ospita i Kew Gardens ha tutte le sembianze di un piccolo fiabesco paesino di campagna, con i negozietti dalle facciate in legno colorato, le case mignon, le zucche arancio maturo sui carretti di legno di un fioraio.
I Kew, così come i propri dintorni, rispecchiano quest'atmosfera di fiaba, donandomi tutto il verde di cui Londra è capace, e se prima era la pietra ad accompagnarne le molteplici sfumature, qui sono il vetro e il metallo delle gigantesche serre liberty a cullare la natura.
Il mondo delle serre è un mondo sotto vuoto, sotto vetro, ed è questo che mi affascina, l'umidità appiccicosa, l'infoltirsi della vegetazione, la luce che filtra come bianca e irreale.
Tutto quello che appare soffice e ovattato in questi microcosmi di vetro è in realtà un imperturbabile brulicare di vita.
E anche nei suoi arti verdi e omogenei, mi rendo conto, una città come Londra alla fin fine è pur sempre questo che cova, vita sotto molteplici diversissime forme.
Le serre che preferisco, che sono poi anche quelle più fiabesche, sono l'immensa serra della palme che per cinque minuti mi fa sentire un'avventuriera in stile Indiana Jones e la microscopica, delicata
serra delle ninfee, che al contrario ha tutta l'aria di una casetta di fate, con le foglie di ninfea giganti e i fiori lilla e rosa sul pelo dell'acqua.
Mi lascio trasportare dal verde e dai fiori, che qui si concedono anche in autunno, fino all'orario di chiusura, quando è impossibile rimanere, solo allora, torno alla Londra multicolor e distolgo lo sguardo dall'omogeneità di questa giornata tra storia e natura, dritta in zona Soho, vero melting pot della capitale inglese.
Curiosa di assaggiarlo, questo multicolor culturale e culinario, mi lascio tentare dal dim sum (cucina della Cina meridionale in cui tante piccole pietanze leggere, da dividere con i commensali, vengono servite in cestini o piattini), ed entro da Yauatcha.
Da questa esperienza ne ricavo che il dim sum è spettacolare, ma che il posto non fa decisamente per me.
Purtroppo non sono bastati i fantastici xiao long pao (ravioli ripieni di carne e zuppa ... ma di cosa stiamo ancora a parlare???), gli shumai e i ravioli di gambero a farmi passare la sensazione di trovarmi in un ristorante un pelo pretenzioso e in cui ero un pelo indesiderata.
Il dim sum però ve lo consiglio davvero, solamente (e decisamente) non dove l'ho provato io.
Cosa ne pensi di queste zone di Londra? :)
Ci sei mai stato?
Raccontami la tua esperienza nei commenti!!
Se questo post ti è piaciuto puoi trovare QUI il resto dell'itinerario di 8 giorni a Londra
→ day 1 ~ Londra Multicolor: mercati di Camden, tramonto su Primrose Hill e Binario 9 3/4
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Ci vediamo alla Prossima Fermata ⊂(。・ω・。)⊃
Fighissimo il concetto di Sunday tutta la settimana, è un nome proprio azzeccato per un locale!
RispondiEliminaComunque anche se c'era vento freddo hai beccato una giornata limpidissima, guarda che cieli nei tuoi scatti! *_*
Mi riprometto sempre di assaggiare il chai latte all'estero e puntualmente mi lascio sedurre dalla "tazzulella e' caffè"...e puntualmente ci rimango male perchè sa di pozzanghera :D
No e adesso mi tocca andare a Londra per farmi una foto come la tua insieme all'orsacchiotto! ;)
A presto!
L'ho trovato davvero figo anche io *_* Londra è piena di questi caffé particolari, sarei entrata in tutti potendo ahah
EliminaFaceva freddo ma c'è sempre stato bel tempo per fortuna, sono grata al clima inglese per avermi concesso il sole.
La prossima volta lanciati e assaggia il chai latte:D (se ti piacciono la cannella e il cappuccino lo amerai), io di solito all'estero mi avventuro a bere queste cose un pò più strane: jasmine tea, matcha latte, pumpkin spice, li fanno bene al contrario del caffé annacquato XD
A presto!!
Amo le serre, mi portano sempre in paesi lontani con i loro profumi, colori e i nomi esotici delle piante. Sono stata in questa parte di Londra tanto tempo fa, in primavera, e ricordo la sensazione di tranquillità, il tè con scone preso con tutta calma e un momento di grande amore per la città più varia del mondo, che ti fa sentire in campagna così come in cima a un grattacielo nella stessa giornata...
RispondiEliminaAnche io amo le serre, la luce che filtra attraverso i vetri, l'umidità, gli ambienti che si creano. Questa zona di Londra un po' decentrata è un piccolo angolino di quiete e di verde, io semplicemente adoro le città così varie, mai uguali a seconda dei luoghi che si frequentano.
EliminaLondra è bella perché non è mai scontata.