lunedì 30 novembre 2015

Prossima Fermata: 4 giorni a Parigi low cost, una punta d'amore e un'indefinita indifferenza ... plus concerto Radwimps




E' stato un viaggio decisamente super low cost, ma vissuto con spirito positivo e di adattamento, e soprattutto con la migliore compagna di viaggio che potessi desiderare (e che ho cercato di eliminare tramite morte per troppo camminare, oppure ho rischiato io che mi uccidesse perché l'ho fatta camminare troppo: punti di vista insomma).
La condivisione degli estremi livelli di poracciaggine raggiunti durante la vancaza, e le conseguenti risate, sono state una componente fondamentale di questa trasferta francese (ma dopotutto se non si viaggia un pò da poracci a questa età quando lo si può fare? Credo che siano esperienze di vita, ecco, vediamola così). 

Un programma serrato, pasti veloci e poco costosi e tantissimi chilometri macinati a piedi, premiate però da una Parigi sempre assolata (anche se dalle temperature gelide).
Ricompensate dalle atmosfere chic e un pò noncuranti che caratterizzano, e rendono così affascinante, la capitale francese.   
Accompagnate dai luoghi iconici della città, tracannando caffé e bevande calde per un pò di conforto ed energia. 


Ovviamente avendo a disposizione pochi giorni ho voluto concentrarmi sui monumenti e luoghi più famosi. Così questo articolo sarà una piccola e divertente guida su come ottimizzare i tempi e spendere pochissimo pur trovandosi in una immensa capitale europea come Parigi.

  al fondo del post vi do tutti i dettagli sulle spese fatte:
        volo, ostello, spostamenti, visite e spese sul posto 




day 1

L'itinerario parte con la Tour Eiffel, simbolo per eccellenza di Parigi. 
La visita alla torre più famosa di Francia non può mai mancare quando ci si trova nella capitale francese e di certo non posso farne a meno proprio io.
Non mi basta osservare la struttura solamente da sotto le sue lunghe gambe di ferro, ma anche da lontano. 
Due prospettive meravigliose ce le donano da un lato la terrazza del Trocaderò da cui uno scorcio di Senna e di Pont d'Iéna arricchiscono la visuale, e dall'altro il Champ de Mars, giardino risalente agli inizi del '900.  
Attraversando il giardino in direzione opposta alla Tour Eiffel si raggiunge l'Ecole Militaire e poi si tira dritti fino all'Hôtel des Invalidessituato in Place Vauban. 
Costruito per volere di Luigi XIV, è oggi museo e luogo di sepoltura di alcuni degli eroi di guerra francesi, tra cui Napoleone.
Il complesso è immenso, sormontato da una magnifica cupola dorata, vero trionfo di un'architettura che vuole ostentare potere e ricchezza.


Ci incamminiamo poi verso St.-Germain-des-prés, che trae il proprio fascino dall'elegante confusione dell'accavallarsi di stradine su stradine,bar e caffé ad ogni angolo. 
Se oggi è diventato un quartiere un pò più commerciale, un tempo era luogo di ritrovo di artisti e intellettuali tra cui Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre. 




Sebbene questo charme antico sia un pò sbiadito basta avere occhio per scorgerne ancora i cenni, e mentre passo veloce noto sulla tenda arancione di un microscopico caffé un piccolo croissant e subito accanto vetrine ripiene di cioccolato e dolciumi.


La tappa successiva è il Musée d'Orsay, celebre per i capolavori di impressionismo e post-impressionismo conservati al suo interno.
L'edificio già di per se è spettacolare, il museo infatti si trova dentro un'antica stazione ferroviaria costruita alla fine del 1800.  La visita è meravigliosa e all'interno del museo sono contenuti alcuni quadri del mio pittore preferito: Van Gogh, (potrei sinceramente stare ore ad osservare il modo in cui il colore si curva e si mescola nei suoi quadri, prendendo sfumature del tutto inaspettate.)

E proprio perché il museo è enorme e il tempo prezioso (può non sembrare ma le distanze da percorrere a piedi in questo itinerario sono considerevoli) decidiamo di concentrarci soltanto sulle opere più importanti. Per questo ho pensato di creare una lista dei quadri imperdibili presenti all'interno del museo (contate ad esempio di dedicarci magari 1h, fila esterna esclusa).

→ Cosa vedere assolutamente al Musée d'Orsay:

1. La famiglia Bellelli - Degas 
2. La vela verde - Signac  
3. Il circo - Seurat 
4. Arearea - Gauguin 
5. Autoritratto - Van Gogh 
6. La meridiana - Van Gogh 
7. La stanza - Vang Gogh 
8. Colazione sull'erba - Manet 
9. I papaveri - Monet 
10. Bal au moulin de la galette -Renoir
11. Ballo in campagna - Renoir 
12. Donna con il parasole - Monet 
13. Lo stagno delle ninfee - Monet
14. La cattedrale di Rouen - Monet 
15. Ninfee - Monet 
16. Ballerine in blu - Degas 




Più scendiamo verso i Jardin du Luxembourg più il quartiere si fa elegante, meno caotico. I palazzi diventano candidi, netti. 
C'è ordine in questo angolo di Parigi, sorprende per il contrasto stridente rispetto alle stradine attraversate in precedenza.
Entriamo per sbaglio dal lato più triste del parco, è così anonimo che mi lascio pervadere dalla delusione. 

Poi trovo l'altra entrata e mi innamoro. Scopro la fiabesca Fontana dei Medici, scopro gli enormi vasi di fiori e palme, il Palazzo del Lussemburgo e la distesa verde acceso dove le persone rilassate prendono il sole. C'è magia in questo parco, luogo di raduno dei francesi, e soprattutto un travolgente senso di vita.  



Ci tuffiamo allora nel Quartiere Latino, sfrecciamo attraverso le strade di questo quartiere multicolore, ed  è di nuovo il caos a tenerci compagnia per le sue vie, ha il fascino di un posto messo su alla buona, con nonchalance si affacciano sulle strade di nuovo caffé, colori e negozi. Sulle rive della Senna bancarelle di libri consumati, piccoli quadretti, qualche souvenir a poco prezzo.

Ci affacciamo per un momento sulla Senna, lungo gli argini la gente passeggia, gli edifici pallidi si tingono del sole che man mano sbiadisce all'orizzonte, è un attimo e sbarchiamo sullîle de la cité, cuore storico e geografico di Parigi. 
L'isola si fa custode di alcune meraviglie architettoniche: la gotica Notre Dame di cui da tempo immemore mi affascinano dettagli e statue scrutatrici, le vetrate maestose della Saint Chapelle tripudio di luci e colori, la Conciergerie dove un tempo fu prigioniera Maria Antonietta e ancora il caratteristico Mercato dei fiori, in un battito di ciglia addirittura si potrebbe passare sull'île Saint Luis




Ma ormai è sera e inizia a fare veramente freddo, così ci rifugiamo in uno Starbucks per un cappuccino e un muffin ciccione al cioccolato bianco e ribes, la degna conclusione di una giornata in cui i piedi più che camminare hanno volato. Finisce che il muffin è così ciccione che non facciamo nemmeno cena. 







〜 day 2 

Il secondo giorno a Parigi si apre con la visita al Louvre.

E dopo qualche foto in bilico su dei pilastri appositamente messi lì per (in teoria) facilitare il compito di fare una foto insieme alla piramide ci mettiamo in coda di buon mattino (nonostante i numeri da circensi fatti su quei pilastri eravamo in controluce e per quanto facessimo il possibile, la punta della piramide si perdeva comunque nel nulla cosmico). 

Il Louvre é un altro di quei luoghi di Parigi che non volevo assolutamente perdermi, ma anche in questo caso, visto il tempo limitato, ho attuato una rigida selezione di opere.
Il Louvre infatti è il tipico esempio di museo-macchina del tempo, entri alla giovane età di 22 anni e potresti uscirne con i capelli bianchi (se ti mettessi seriamente a guardare l'intera collezione esposta).
Contate comunque di passarci 1h30/2h, armatevi di pazienza e mappa del museo (per lo più inutile visto che il Louvre ha una serie di piani e piani di mezzo, scale che sono le dirette discendenti di quelle di Harry Potter, che confondono alquanto) e datevi alla caccia. 
Ovviamente in questa lista non può mancare la Gioconda, quadretto minuscolo ma dal sorriso misterioso, che relega a un triste destino il gigantesco, immenso quadro de Le Nozze di Cana del Veronese che ha la sola sfortuna di esserle piazzato proprio di fronte e dunque ignorato nella calca generale.
Niente comunque potrà mai eguagliare l'emozione di vedere dal vivo Amore e Psiche, in assoluto la mia statua preferita, nella mia mente da sempre simbolo di passione e delicatezza di un amore vero. 
Visitare le sale del Louvre è secondo me davvero un'occasione unica, vedere con i propri occhi opere d'arte leggendarie è per me un'esperienza senza paragoni. 



→ Ecco cosa vedere assolutamente al Louvre

1. Gli schiavi - Michelangelo 
2. Gioconda - Leonardo Da Vinci
3. Amore e Psiche - Canova 
4. La merlettaia - Vermeer 
5. La libertà guida il popolo - Delacroix
6. Il giuramento degli Orazi - Jacques Louis David
7. La vergine delle rocce - Leonardo Da Vinci 
8. L'incoronazione di Napoleone- Jacques Louis David
9. La barca di Dante - Delacroix
10. La bagnante di Valpinçon - Ingres 
11. Le nozze di Cana - Veronese 
12. Le Sabine - Jacques Louis David 
13. La zattera della medusa - Géricault 
14. Venere di Milo 
15. Codice di Hammurabi 
16. Nike di Samotracia 



Il secondo obiettivo di oggi è percorrere gli Champs Élysées fino all'Arco di trionfo. 
Così uscite dal Louvre divoriamo un panino e ci mettiamo in marcia.
Percorriamo i Jardin des Tuileries, fino ad arrivare a Place de la concorde con il suo caratteristico obelisco dalla punta dorata, decidiamo per una piccola deviazione fino alla lussuosa Place Vendome, per scoprire con disappunto che è completamente in ristrutturazione e degli edifici non si scorge neanche una mattonella. 

Percorrendo una serie di affollati portici stracolmi di negozietti di souvenir che si fanno la guerra l'un l'altro a colpi di prezzi vantaggiosi, entriamo finalmente negli Champs Élysées
Ci fermiamo a un traballante ma colorato chioschetto pieno di cartelli che invitano alla sosta. 
Due euro e mi ritrovo in mano una crepe al sucre, il cui impasto è così caldo che lo zucchero finisce per sciogliersi e diventare 
sciroppo filante e fuggiasco.
Le dita mi si impastano, e io in barba alla sciccheria di un viale che ospita negozi come Vuitton e Cartier, agito le mani appiccicose per aria cercando di farle asciugare al vento.  


Sotto all'Arco di trionfo non è solo un chiassoso traffico cittadino ad accoglierci ma anche uno spettacolare tramonto. 
In un girotondo di scale a chiocciola scaliamo l'Arco fino alla cima, per conquistare quella che a mio avviso è la più bella vista di Parigi.  
La visuale che si può ammirare dall'Arco di trionfo dà il meglio di se al tramonto e permette all'occhio di esplorare ogni direzione fino all'orizzonte; da un lato i grattacieli squadrati de La Défense, dall'altro la Tour Montparnasse, in distanza svettano le torri di Notre Dame e in lontananza si scorge la Basilica del Sacro Cuore. 
Ma soprattutto la Tour Eiffel, vera protagonista, che al calar della notte si riempe di luci, in un graduale indorarsi che la fa assomigliare a una candela tremula e sgargiante. 
Prendo questo ricordo e lo metto con cura da parte, mani intorpidite e naso gelido ma un cielo rosa, giallo arancio, poi lilla, violetto.
Forse non è così vero che Parigi nel mostrare la propria bellezza abbia solo noncuranza, penso che alle volte si impegni davvero anche lei e che allora, in un momento di pura vanità, si conceda per intero alle persone che ne percorrono le strade, regalando a me il momento più intenso e bello della vacanza. 





































〜  day 3 

Questo giorno lo abbiamo dedicato più che altro al concerto (di cui poi vi racconterò le mirabolanti avventure al fondo del post). 
dato che tra coda e concerto vero e proprio siamo state impegnate praticamente metà giornata. 



Abbiamo comunque infilato una piccola visita nella giornata, infatti la sala in cui si sarebbe svolto il concerto è a soli 15 minuti a piedi dal famoso cimitero monumentale Père-Lachaise (che comunque era nella lista delle cose che volevo visitare). 
Oltre ad essere un cimitero architettonicamente interessante, poiché costruito su una collina consente un'ottima vista su Parigi, affascinante poi come le tombe si amalgamino con la natura circostante: alberi che pian piano si tingono dei colori dell'autunno e muschio creano un vero senso di pace. 

Però ciò per cui il cimitero è maggiormente famoso, è il fatto che sia luogo di sepoltura di moltissimi personaggi famosi, come ad esempio Oscar Wilde e Jim Morrison (ma l'elenco di scrittori, artisti, figure rilevanti è davvero lungo)

→ Presupponendo che voi non abbiate un concerto, come potreste impiegare la restante metà giornata?

Ecco alcuni suggerimenti: 
1. Castello di Vaux le Vicomte 
2. Esplorare meglio Quartiere Latino e Ile de la cité, poi dirigersi verso il Marais (Centre Pompidou + Place des Vosges + Place Stravinsky + Saint Paul + Bastille) 
3. La Defense e Palais Garnier 






〜  day 4 〜 

Ultimo giorno a Parigi, ma prima di ripartire in serata due luoghi ancora ci attendono. 
Non può infatti mancare una visita alla Reggia di Versailles, uno dei castelli più sontuosi e celebri del mondo e un giro per il caratteristico quartiere di Montmartre.
La visita alle sale della Reggia (senza radiolina per le spiegazioni e se si riescono a dribblare le orde di turisti imbambolati) non richiede in se molto tempo, di nuovo ce la si cava con 1h30. 
Si attraversano prima una serie di stanze dedicate alla storia del castello, poi si entra nel vivo della visita. Ciò che infatti secondo me è più interessante osservare in occasioni simili sono i dettagli delle stanze: il rosso vivo dei tendaggi della camera del re, gli stucchi oro e bianchi che si aggrappano estrosi agli angoli dei soffitti, la carta da parati che ricopre di forme ipnotiche i muri fino a saziare la vista.

Una delle sale più suggestive della reggia è la Galleria degli specchi, è luce e vetro, cristalli e oro, e sebbene lo stile utilizzato la voglia satura di oggetti, ha quell'aria leggera e fragile tipica delle cose preziose.
Seguono poi altre sale, tra cui la stanza della regina e l'ala riservata alle dame ma niente riesce ad eguagliare quel gioiello che è la galleria.
Si conclude poi la visita con la scoperta dei meravigliosi giardini, prima solo intravisti dalle vetrate delle varie sale e ora attraversati. 
I giardini sono immensi e penso ci vorrebbe una giornata a parte solo per percorrerli interamente così ci limitiamo a gironzolare senza allontanarci troppo, inseguendo ciò che nelle vicinanze ci attira. 
Fontane, statue, aiuole, giochi d'acqua e canali, la costruzione 
di questi giardini è stata un'impresa non da poco ma ha portato al panorama stupendo che ancora oggi possiamo ammirare (insomma Luigi XIV vince il premio per il miglior giardino di casa).  


Ultima tappa di questo viaggio è il quartiere di Montmartre, quartiere del nostro ostello che abbiamo deciso di lasciare per ultimo per uno strategico ritiro delle valigie proprio prima di dover andare alla stazione degli autobus.
Si tratta di un quartiere costruito su una zona collinare e da cui sono rimasta piacevolmente sorpresa. Se dovessi scegliere una zona di Parigi in cui vivere sicuramente sceglierei Montmartre. 
E' un quartiere vivo, dinamico, colorato, a negozi di macarons si mescolano gastronomie cinesi e giapponesi. 
Tra caffè e artisti di strada, microscopici negozi di souvenirs e assillanti ambulanti intorta-turisti. Si avverte il carattere di questo quartiere un tempo libera terra di artisti come Picasso, Renoir, Toulouse-Lautrec.
Indimenticabili le sue scale che si arrampicano ripide su per la collina, mozzafiato la Basilica del Sacro Cuore che domina candida su tutta la zona, così come la vista sulla Parigi sottostante. 

Allontanandosi di poco dal cuore di Montmartre, percorrendone le stradine strette e tortuose (le più caratteristiche sono Rue Lepic e Rue St Vincent), si scende verso la famosa Metro des Abesses dal bellissimo ingresso in stile Art Nouveau (si tratta anche della stazione più profonda della metro di Parigi, ben 36 mt, interessante anche perché le pareti della scala a chioccola che conduce all'esterno sono completamente ricoperte di stupendi murales). 
Subito alle spalle della metro si trova poi il Mur des je t'aime, sulle cui piastrelle c'è scritto "ti amo" in più di 300 lingue diverse. 

Ed eccoci arrivati alla fine di questo itinerario, ancora un salto al Moulin Rouge, il più celebre cabaret parigino, ed è davvero tempo di tornare in Italia.




Parigi è una città che per alcune sue sfaccettature mi ha colpito, mi ha stregato il tramonto visto dall'Arco di Trionfo, mi ha scatenato una punta d'amore la caotica Montmartre, Versailles e i musei poi non possono lasciare indifferenti ... ma la città in se non mi ha parlato, non è avvenuto quel folle innamoramento che mi ha causato Tokyo, non è lievitato pian piano l'incantato che mi ha dato la Scozia. E' una città bella, di cui qualcosa mi attira e allo stesso tempo di cui tutto il resto mi lascia una sorta di indefinita indifferenza.
Consiglio comunque di visitarla? Ma certo, viaggiare è qualcosa di personale, ed è l'altro da noi a sancire la bellezza. 
Ciò che può non aver suscitato il mio stupore, potrebbe essere capace di far capitolare irrimediabilmente un'altra persona. E' anche questo il bello dei viaggi.  





Ma ora veniamo ai conti e ad alcune informazioni utili 

- volo 
andata/ritorno Ryanair Bergamo-Parigi Beauvais = 35 euro 

- ostello 
Montclair Montmartre 5 notti = 107.80 euro 
potete trovarlo qui → Montclair Montmartre Hostel
Veramente carino e pulito, cucina grande e colazione inclusa, personale gentile, vicinissimo alla metro e ad alcuni minimarket, in una zona davvero piacevole.

- trasporti
navetta andata/ ritorno da/per l'aeroporto di Bauvais = 34 euro ( 31.80 se si prenota precedentemente online) (la navetta compie il tragitto Aeroporto Beauvais- Stazione Autobus Parigi Porte Maillot, da lì potete prendere comodamente la metro per raggiungere l'ostello) 
carnet metro da 10 biglietti: 14.10 euro (acquistabile alle macchinette della metro) 
+ biglietto RER andata/ritorno per Versailles = 8.40 euro
(per arrivare fino a Versailles Rive Gauche, la stazione più vicina al castello, bisogna prendere la linea RER C. Le stazioni di Parigi da cui è possibile prenderla sono: Champs de Mars Tour Eiffel, Pont de l'Alma, Invalides, Musée d'Orsay, Javel. Noi l'abbiamo presa da Invalides perchè più comoda da raggiungere dall'ostello, ma in ogni caso chiedendo alla reception vi forniranno tutte le indicazioni del caso) 

- visite 
per tutti i luoghi visitati durante il viaggio non ho dovuto spendere nemmeno un euro, è tutto completamente gratuito!! 
Se avete infatti meno di 26 anni e siete residenti in un Paese dell'Unione Europea nella maggior parte dei posti entrerete gratis, dovrete comunque fare la coda per entrare ma una volta dentro vi basterà mostrare un documento alla persona che normalmente vi controllerebbe il biglietto e via, liberi e felici di visitare ciò che più vi piace senza pagare niente. 
Per farvi un esempio sono gratuiti Museo d'Orsay, Louvre, Notre Dame, Saint Chapelle, Arco di trionfo, Versailles ... trovate qui l'elenco completo → lista monumenti e musei gratis Parigi under 26

- spese in loco 
praticamente nulle (qui ovviamente sta a voi). 
Ho scelto un ostello con colazione inclusa in modo da poter mangiare abbondantemente al mattino, e dal momento che tonnellate di baguette erano incluse nel buffet, acciuffata qualche baguette in più e comprata una confezione di prosciutto il problema pranzo era presto che risolto. 
L'ostello poi aveva una cucina ben attrezzata e munita di forno, così tra un muffin ciccione una sera, una deliziosa pizza surgelata alla bolognese un 'altra (gusto che solo in Francia si potrebbe mettere in commercio e guadagnarci sopra) il gioco è fatto. 
Se volete spendere poco arrangiarsi è davvero la parola d'ordine. Certo non rinunciate magari ad assaggiare proprio quel piatto tipico che sognavate da tanto, una crepe o dei macarons ad esempio sono ottime idee, perché fare amicizia con gusti diversi da quelli di casa fa parte del viaggiare. 
Sta di fatto che comunque io e Ale abbiamo speso "ben" 8 euro totali in cibo (questo è quello che intendo quando parlo di poracciaggine) pur riuscendo a spenderne più di venti in bevande calde (faceva freddo oh ... e poi chi ha bisogno di mangiare quando esiste il Pumpkin Spice Latte negli Starbucks francesi??). 
Prevedete magari anche qualche souvenirs (che in questo caso si limitano alla mia spilla di rito) perché alla fin fine, una volta tornati da un viaggio, un ricordo fa sempre piacere portarselo a casa. 


Spero che il post sia stato utile e interessante :)  Se vi è piaciuto fatemelo sapere nei commenti e lasciate un like su:  


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Ci vediamo alla Prossima Fermata ⊂(。・ω・。)⊃  ↓  ↓  ↓ 

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BONUS: Concerto dei RADWIMPS a Parigi 

foto di ojapan.com
Lo devo ammettere questo concerto in un certo senso è stato un'odissea, ma non per colpa del concerto in se, per colpa mia e di Ale che siamo due babbee ( in senso buono ovviamente) e ora argomenterò la questione. 
Partiamo dal principio, perché già il principio della storia spiega un sacco di cose: abbiamo scoperto del concerto circa una settima e mezzo prima che ci fosse. 
Poteva questo farci rinunciare? 
Mai! 




foto di ojapan.com

Io e Ale adoriamo questa band giapponese (Ale era disposta a vendere un rene per andare e io alla fine ho attinto al mio fondo Giappone, ma per una buonissima causa ... da ciò la conseguente poracciaggine del viaggio), e quando dico adoriamo, sì, la adoriamo veramente e con tutto il cuore. 
La musica che creano è speciale, davvero unica e in un certo senso decisamente strana ma spettacolare. 
Certe canzoni sono la pace, se hai un problema infilati le cuffie e ascolta i Radwimps, il problema passerà. Certe altre ti mettono invece così tanta carica che ti viene voglia di scalare l'Everest e tra un rampino e l'altro diventare il presidente degli Stati Uniti. 
Senza contare il fatto che se il paradiso avesse una colonna sonora sicuramente sarebbe la voce di Yojiro, e se ci fossero degli altoparlanti che diffondono soavemente musica nell'aria diffonderebbero musica cantata da Yojiro. 

foto di japanlifestyle.fr

Ma torniamo al succo della questione, presa velocemente la decisione di partire, viene il momento di comprare i biglietti dal sito francese di fnac, e che succede? 
L'evento sembra non essere più disponibile ... passiamo una giornata di sudori freddi e totale paranoia finché non ci rendiamo conto che quei geni della fnac hanno creato un secondo evento che non appare subito nella ricerca, ma che è quello da cui comprare i biglietti, solo perché la sala del concerto è stata cambiata. 

A quel punto io e Ale cominciamo a cercare come delle disperate notizie sull'effettivo spostamento della location per essere sicuro al 100% che il concerto non sia stato cancellato e comprare biglietti che sono per tutta un'altra cosa, ma nulla, nada, zero notizie, perfino l'infido sito ufficiale dei Rad continua a segnalare la sala vecchia come luogo del concerto. 
Come si può facilmente intuire siamo due persone un filino ansiose e tutta questa storia ci destabilizza, ma non ci arrendiamo, tra un attimo di paranoia e l'altro, indagando in una maniera che perfino Sherlock Holmes se la sogna, troviamo risposte certe tampinando tutte le possibili ed eventuali persone coinvolte nell'organizzazione del concerto e compriamo i tanto sudati biglietti. 
C'è mai stata gioia più grande di poterli finalmente stampare e averli tra le mani ? Ai posteri l'ardua sentenza. 



Ma ora facciamo un salto dritto al giorno del concerto. 
Io e Ale, abituate alla follia dei concerti di band giapponesi/coreane in Italia, in cui la gente va a fare la coda all'alba se non prima (di sicuro a noi italiane non manca l'entusiasmo), decidiamo di prendercela con calma e presentarci addirittura alle 8.45. 
Ebbene giungiamo lì davanti e ci siamo noi e il tizio che consegna gli alcolici al locale... noi e il tizio che consegna gli alcolici al locale
Avete presente quelle palle di rovi che rotolano nel far west ? Aggiungeteci me e Ale e la scena è completa.
Nella mia vita posso dire insomma di essere arrivata per prima ad un concerto (pur avendo tentato di arrivare dopo). 


foto di ojapan.com
Aspettiamo mezzora sedute sugli scalini dell'entrata ma non si presenta anima viva e quindi ci rintaniamo quasi due ore in un caffé.
Passiamo di nuovo davanti al locale alle 11 ma della presenza di altre persone nessuna traccia.
Facciamo un lungo giro al Père Lachaise e ritorniamo per le 13 ma niente, dentro però hanno incominciato a sistemare il palco, questo almeno ci rincuora del fatto che il concerto non sia il frutto di una nostra allucinazione. 
Ci rassegniamo a sederci in un McDonald lì vicino, fuori si gela e dentro invece fa così caldo che l'abbiocco è inevitabile, prendiamo atto del fatto che nonostante il gruppo sia famosissimo in Giappone in Europa se lo filino ben poche persone. Alle 15 comunque decidiamo di incamminarci per l'ennesima volta verso il locale e finalmente alle 15.15, con grande commozione da parte nostra, scorgiamo altri segni di vita umana.  
E' il gruppo di ragazze giapponesi arrivate da Tokyo solo per seguire la band in tutto il tour europeo, ed ecco, se io ed Ale vi siamo sembrate strane durante l'acquisto dei biglietti considerate che loro si sono fatte 10 mila km solo per vederli quando ce li hanno in Giappone a fare concerti un giorno si e l'altro pure.  
Da questo momento in poi è tutto una gioia, siamo le prime della fila, abbiamo accanto un adorabile gruppetto di giapponesi con cui poter parlare giapponese, siamo le prime della fila, la troupe al seguito della band decide di intervistarci per il dvd dei 10 anni di anniversario del gruppo e siamo le prime della fila, che se non si è capito significa avere il posto migliore una volta entrate. 

Dall'instagram di Yojiro: io ed Ale in prima fila con la bandiera italiana

Il concerto è stato magia e sinceramente sarà difficile riuscire a partecipare ad un altro concerto così perfetto sotto ogni punto di vista. 

Non solo la musica, non solo le canzoni, per le quali davvero non ci sono parole e il cuore mi trema emozionato. 
Ma il fatto che nessuno spingesse o cercasse di prenderti a botte solo per guadagnare mezzo centimetro in più (eravamo solo un centinaio, ma 100 grandi persone). 
Il fatto di essere proprio sotto il microfono, e che allungando un dito potessi letteralmente toccare palco e casse, di essere riuscita a godermi appieno l'esperienza fino a riempirmi il petto dell'energia creata dalla band. 
Il fatto che Yojiro abbia preso a fine concerto la bandiera con scritti sopra i saluti di entrambe e che per premiare l'attesa dei fans fuori del locale si siano poi fermati a firmare autografi, cosa davvero rarissima e che mi ha resa ancora più felice. 
E' stato il concerto perfetto, quello che ogni fan potrebbe desiderare e io l'ho vissuto. 



Se siete giunti fin qui insieme a me consiglio veramente di provare ad ascoltare i Radwimps perché sono fantastici (e se siete già fan di riascoltarli perché non fa mai male)  :D 

Vi lascio con questo paio di informazioni: 

Qua potete ascoltare la setlist del concerto :) fatemi sapere cosa ne pensate    Setlist Radwimps concerto Parigi


Qua invece potete trovare maggiori informazioni sul gruppo → Sito ufficiale Radwimps


credit foto:
ojapon.com
japanlifestyle.fr

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