martedì 23 agosto 2016

Prossima Fermata: Miyajima e il tempio che fluttua sull'acqua


~ itinerario di una settimana: day 7 ~






























Intravedo già da lontano la magia di Miyajima, si arriva con il traghetto e pian piano si mangia con gli occhi il suo tempio galleggiante abbracciato dalla maree. E' una sorsata abbondante di bellezza, di rosso e montagne verdi a coprire l'orizzonte,
E' la tappa della riconciliazione, necessaria dopo il Parco della Pace di Hiroshima, che è un pieno di comprensione profonda, tanto pesante quanto importante,
E se Hiroshima, visitata la mattina della stessa giornata, è stato il mio groppo in gola voluto e cercato, Miyajima, l'isola appoggiata di fronte alla città, è ricerca di distensione.
Ho voluto vedere le brutture dell'essere umano e poi ritrovarne la capacità di creare bellezza...



Miyajima che è l'isola in cui si dice convivano uomini e dei, non è solo questo, mica solo templi, pagode e magnifici luoghi da visitare, no per niente .. è l'isola in cui, se vuoi, puoi ingrassare 10kg passandoci solo mezza giornata.
Vi ho già convinto vero?
Sbarchi è de tutto un banchetto di cibo, che se si facesse il calcolo di streetfood per visitatore uscirebbero più o meno 10mila banchetti a persona presente sull'isola.
Praticamente il mio paradiso.

E' uno stretto vicolo, coperto da teli bianchi piegati come origami che si allungano da un ristorante all'altro proteggendo i turisti dal sole fortissimo dell'estate giapponese.
Si susseguono piccoli negozi di dolci e gelati, banchetti che grigliano ostriche, uno dei piatti tipici dell'isola, dalle quali sono tentata e che ancora oggi mi pento di non aver preso (andate e assaggiatele voi per me).
Sono le 4 del pomeriggio e alla fine mi infilo lo stesso in un localino in cui si preparano okonomiyaki sfrigolanti, rigorosamente alla maniera di Hiroshima: una spalmata abbondante di yakisoba, oltre a tutti gli altri ingredienti, e la vita diventa subito più felice.
E' un'intera famigliola a lavorare all'interno del Kurawanka: preparano l'okonomiyaki come in una catena di montaggio, c'è chi fa un pezzo, chi un altro, ma è il padre l'evidente masterchef del posto, è lui immancabilmente a dare il tocco finale ad ogni piatto.
Me lo serve tagliato in quattro e io ci schiaffo sopra un quintale di maionese giapponese: buonissimo!
Famigliola giapponese adottami ti prego, vivrò per sempre dei vostri okonomiyaki.






























































































































































Uscita da lì non contenta incomincio la caccia ai momijimanju, piccoli dolcetti a forma di foglia d'acero, specialità di Miyajima.
L'isola è letteralmente piena di negozi che li vendono, giri l'angolo? E sbam, un negozio di momijimanju, svolti in una stradina dimenticata da dio? E risbam, un altro negozio, vai in bagno? Scopri che li vendono pure lì.
Decisamente non mi lamento, si nota che è l'isola degli dei, la vita è proprio bella a Miyajima.
Bella tanto quanto i mille ripieni di questi dolcetti: azuki, patate dolci, cioccolato, crema, mela, cheesecake ... la cosa più divertente è provare ad assaggiarne il più possibile (challange accepted).
Io la prendo proprio come una sfida (o forse mi piace solo mangiare dolci?), e perdo il conto di quanti ne mastico deliziata, me ne procuro addirittura una buona scorta da riportare a casa e papparmi a colazione con del tè.

Mastico, mastico e mi avvicino all'entrata del tempio, è lì che incontro un esemplare della terza specie che abita Miyajima, non solo dei, non solo uomini, ma anche cervi.
Il caro Bambi è diretto parente di quelli di Nara e da loro ha preso anche la vena criminale, si avvicina di soppiatto e "veloce come è veloce il vento, potente come un vulcano attivo" strappa di mano il depliant del tempio della dea Kannon, ingurgitandolo. Poi impossessato da uno spirito a delinquere si dirige verso il menù di un ristorante, lo sfila dal leggio mentre la cameriera tenta un salvataggio dell'ultimo minuto, ma ormai il cervo-bullo sta masticando pure quello e addio menù.
E' evidente che non sono l'unica affamata sull'isola ... ma io già l'ho capito da tempo, i cervi giapponesi un giorno o l'altro domineranno il mondo.












































































Miyajima mi regala però non solo ottime mangiate e cervi delinquenti ma anche, e soprattutto, paesaggi meravigliosi.
C'è il Santuario di Itsukushima, abbracciato dall'acqua del mare, che accoglie la bassa e l'alta marea tra le fondamenta dei suoi edifici, ponti e passerelle.
Rosso, rossissimo, me lo gusto in tutte le vedute possibili.
C'è Ootori, l'enorme torii vermiglio che costituisce lo scenario più famoso di Miyajima, piantato tra le onde e raggiungibile una volta ritiratasi l'acqua. Sulle sue gambe scarlatte, tra le alghe, piantate migliaia di monetine, in cerca di buona sorte.
































































































































































Miyajima mi si imprime dentro, vorrei non dovermene andare, vorrei avere più tempo. Fa caldissimo, mi sto squagliando, ho tirato su i capelli a caso in uno chignon deforme, che per una che odia legarsi i capelli come me è sintomo di estrema insopportabile afa, sto addirittura andando in giro in infradito, perché a furia di camminare ho letteralmente devastato le scarpe da ginnastica, sembro insomma uno di quei turisti disagiati. Eppure vorrei restarmene qui, un sacchetto di momijomanju in mano, i miei infradito da spiaggia che c'entrano meno di zero e i capelli a cespo d'insalata.
Miyajima è bella da paura, è bella da capogiro.

La saluto, ma so già che la rincontrerò. Ne sono certa.
Perché ogni luogo del Giappone visitato mi è entrato dentro, ogni luogo mi ha dato qualcosa, ha parlato, ha sussurrato, suoni che io ho capito in una certa maniera, colori che io ho visto in un certo modo. Sono i miei suoni, i miei colori, le mie forme, i miei ricordi. E ne scrivo, e ne parlo, dentro sono tutto un tumulto. Le emozioni del Giappone sono sempre troppo forti per me, troppo nostalgiche e allo stesso tempo estremamente preziose. Le rivivo, mi calpestano, e contemporaneamente le sento luccicare bellissime . E' come se fossi viva nel modo più profondo e drastico possibile.
E' così che mi sento, seduta sul sedile di uno shinkansen, mentre torno a casa (perché sì, Tokyo per me è la mia seconda casa) e realizzo un altro dei miei grandi sogni giapponesi: viaggiare in treno mangiando un bento, uno di quelli con gli scomparti e pietanze piccoline stipate dentro con cura.















































































































quello che compro alla stazione di Hiroshima è un ekiben, un bento della stazione, traducendo la parola letteralmente

































*Prima di lasciarvi ecco alcune informazioni di viaggio utili* 

→ come spostarsi da una città all'altra:
-io ho utilizzato il Japan Rail Pass valido per una settimana, che permette di prendere quasi tutti i    treni della Japan Rail
-l'ho acquistato tramite Sognando il Giappone, su cui trovate maggiori info per quanto riguarda prezzi e termini di utlizzo del Pass
-tutti gli orari dei treni e le tratte potete controllarle tramite Hyperdia

come arrivare da Kyoto a Hiroshima 
- le due città sono collegate da moltissimi treni, potete trovare tutte le informazioni su Hyperdia 

→ come arrivare da Hiroshima a Miyajima 
-il costo del traghetto da Hiroshima a Miyajima è incluso nel Japan Rail Pass 
-se vi trovate nei pressi della stazione di Hiroshima prendete la JR Sanyo Line (inclusa nel Japan Rail Pass) e scendete a Miyajima-guchi, dove si trova anche l'attracco dei traghetti
-dal giardino retrostante il museo della pace parte un bus che può portarvi verso l'attracco dei traghetti

→ cosa fare con i bagagli se non pernottate a Hiroshima 
-potete lasciare i bagagli nei coin locker della Stazione di Hiroshima, per tutta la giornata vi costerà solo 500 yen per un coin locker anche per valigie belle grandi (e quindi anche divisibile per due o più valigie)

→ tornare a Tokyo 
-se come nel mio caso avete acquistato un Japan Rail Pass valido per una settimana e quella a Hiroshima è l'ultima giornata, ricordatevi che dovrete essere a Tokyo entro la mezzanotte dello stesso giorno (orario in cui il Pass scade), ricordatevi quindi di dirigervi al banchetto informazioni della Stazione di Hiroshima e chiedere bene l'orario dell'ultimo treno che potete prendere (ricordandovi sempre che gli Shinkansen Nozomi, Mizuho e Hayabusa non sono inclusi nel Pass)





Per scoprire di più sull'itinerario di una settimana in giro per il Giappone *:. o(≧ ▽ ≦)o .:*
→ Nara ~ day 6 



Cosa ne pensate di Miyajima? Vi piacerebbe visitarla?   O(≧∇≦)O
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Ci vediamo alla Prossima Fermata ⊂(。・ω・。)⊃ !!! 



8 commenti:

  1. Mi hai fatto innamorare di Miyajima che prima conoscevo solo di nome!!

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    1. Ciao Claudia :) Miyajima parla da sola e entra nel cuore, una meraviglia. Se sono riuscita fartene innamorare sono davvero onorata!!

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  2. Bellissimo post! Sono stata a Miyajima due volte, in estate con nuvoloni neri pronti a scaricare acqua e in primavera sotto ad uno splendido sole. In entrambi i casi è stata un'esperienza magnifica, confermo la sottile perfidia dei cervi che si mangiano la qualunque e l'immensa quantità di cibo ad ogni angolo. Ho adorato i nikuman che fanno lì e ho assaggiato un ramen con ostriche: buono! È un posto dove potrei tornare mille volte. :))

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    1. Cia Hachi è un posto in cui anche io tornerei mille volte, davvero non penso potrebbe mai stufarmi!! E poi anche solo per mangiarmi altri momijimanju :D il ramen con le ostriche mi ispira tantissimo (me lo segno per il prossimo viaggio ahah), che piatto particolare!!

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  3. Sono stato anche io due volte a Miyajima e ci tornerei. Lo street food è sicuramente uno dei piaceri: nikuman, ostriche flambè e alla piastra, dolci, momijimanju (ecco come si chiamano!). Certo leggere in the 'Inland sea' di com'era l'isola qualche decennio fa quando ci andò Donald Richie mette un po' di malinconia. Ma resta un posto davvero speciale. Un bellissimo post!

    p.s. e per fortuna non ci sono andato d'estate, da quel che racconti il caldo doveva esser davvero pesante!

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    1. Grazie mille Patrick per essere passato, sicuramente Miyajima si è trasformata in un posto molto turistico, ma come dici tu riesce lo stesso a rimanere speciale. C'è una tale bellezza, senso di pace, colore in questa piccola isola da non poter fare a meno di amarla e ci tornerei molto volentieri anche io.
      Ahahah c'era veramente da squagliarsi ma nemmeno quello mi ha fermata.

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  4. Un racconto pieno di emozioni... curiosa come sono di conoscere il Giappone, non posso che essere contenta di avere scoperto il tuo blog!

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    1. Grazie mille :) il Giappone è un Paese che fa emozionare, tutto da scoprire, spero continuerai a seguire questo mio viaggio anche nei prossimi articoli

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