mercoledì 1 febbraio 2017

Visitare il Museo dello Studio Ghibli: il regno dei sogni e della follia


l'importanza di credere nella potenza dei sogni e abbandonare la concretezza delle convenzioni 





























intervistatrice: "Quindi può dire che è il film che si lascia creare da lei?"
Miyazaki: "Sì, si può dire così ... il film è un essere vivente" 

è questa la frase che più mi è rimasta impressa guardando il documentario dedicato allo Studio Ghibli dal titolo "Il regno dei sogni e della follia". 
E' quasi come se per Miyazaki ci sia qualcosa di ineluttabile nella creazione dei suoi film, un processo in cui sono i disegni, le immagini, i cartoni, ad arrivare a lui, a concedersi, a permettere di essere plasmati, e solo dopo un lungo processo, svelati al mondo. 
Miyazaki, che è un narratore e come tale racconta, trasmette, lascia liberi di esprimersi questi suoi film d'animazione, creature vibranti, piene di magia, nostalgia, dolore, ricolme della bontà ingenua dell'infanzia e al tempo stesso, anche, della crudeltà dell'essere umano.

Sono esseri di matita, colore, carta, schiusi ancora dal lavoro sempre manuale e non digitale, come ormai raramente accade, sono l'amore immenso di una persona per il proprio lavoro. 
E io lo avverto, sento tutto ciò, la dedizione, l'ineluttabilità del processo creativo, l'immaginazione incontrollata e incontrollabile, il fluire di storie che hanno bisogno di essere viste e provate, non solo per bambini, ma universalmente. 
E' questo che fa lo Studio Ghibli e lo so, sembrerà banale, ma mi commuove, mentre vedo il documentario, mentre guardo uno dei tanti capolavori di Miyazaki, mentre si dipana il percorso espositivo del Museo
Un regno di sogni e follia lo hanno chiamato, giustamente, tanto effimero quanto impensabile eppure così incredibilmente capace di porgere al prossimo un momento in cui credere che l'impossibile sia davvero possibile. 






















































Quella dello Studio Ghibli è una narrazione, almeno nei modi, tutta giapponese (sebbene i rimandi occidentali siano pur sempre presenti), diversa, totalmente caratterizzante e inconfondibile. Più dolce, più lenta, fatta maggiormente di impliciti, di perché taciuti, così come tipico anche della lingua e del modo di comunicare giapponesi. 
E' l'empatia, l'immaginazione personale a riempire i silenzi e gli spazi vuoti di questo modus narrativo a singhiozzo lontano da quello occidentale. 
Talvolta si sfuma, si rende vacuo l'appiglio concreto delle parole e delle spiegazioni. 
Non sempre, d'altronde, per i giapponesi è fondamentale un senso preciso e netto. 
Mentre necessaria si rivela l'interpretazione, affinché nasca un apprezzamento sincero di questa loro natura narrativa labile o dolcemente semplice. 
Sono al contempo cartoni che se guardati, guardati veramente, riescono a comunicare il proprio messaggio, al di là di quanto possano fare le parole stesse, in tutta la potenza di cui l'immagine da sola è capace.

Sono sogni e sono realtà, probabilmente un intrecciarsi delle due a ben guardare, con quel pizzico di incredibile e quel tanto di durezza tipica della verità priva di fronzoli, tanto forte, tanto pieno di scossoni, che perfino adesso ricordo la prima volta in cui, a 9 anni, ho guardato La città incantata; la sensazione di colore, di subbuglio, di nebulosa emozione, come immergersi in un bagno caldo fino a sentirsi completamente molli. 
Ed è questo, fondamentalmente, il principio con cui è stato creato anche il Museo, un sogno lontano lontano nella grande metropoli affannata che è Tokyo. 






















Mitaka, il quartiere in cui il museo si trova, già mostra i segni di cosa significhi immaginare una Tokyo verdissima e quieta, quartiere residenziale costeggiato dal magnifico Inokashira Park, riempito di casetta basse e pastello che non offuscano l'orizzonte, lontano dai centri caotici della capitale ma pur sempre al suo interno. 
Se si potesse vivere in un film Ghibli sarebbe forse proprio qui a Mitaka, così preciso, così pulito, così quotidianamente bello.
Il Museo Ghibli a stento lo si individua, circondato e ricoperto com'è da piante, edera e rampicanti, ogni angolino colorato riempito di vasi di fiori, qua e là rastrelli e oggetti da giardinaggio, non proprio il classico museo che ci si potrebbe aspettare, ma a metà tra una serra, una casa accogliente e un curioso laboratorio, indizio dell'amore di Miyazaki per la natura e della sua lotta contro il nucleare. 
Un vero e proprio inno nella forma e nei dettagli alla filmografia Ghibli. C'è il grande Robot di Laputa che spunta sul tetto già da lontano, porte e finestre che mostrano scorci di questi mondi immaginari aprendosi sulla Casa di Satsuki e Mei in Totoro, sui luoghi di Howl o svelando un nascondiglio di Nerini del Buio, un grande Nekobus riservato ai bambini, Totoro pronto ad accoglierti all'entrata, bozzetti e studi originali dei film, fondali in acquerello, lo studio e gli oggetti del Maestro.
Impossibile non notare quanto l'edificio stesso dica dello Studio Ghibli. 

Quello che si estende attraverso il Museo è un percorso, l'ennesima narrazione che parla di impegno e lavoro lunghi una vita, ma anche della speranza che non sia mai troppo tardi per imparare dagli 
errori.
E che cosa ha narrato Miyazaki in 50 anni di racconti dopotutto? 
Di vite che scorrono, talvolta si intrecciano, talvolta sono poi destinate a separarsi, di intoppi, brutture, guerre, sorrisi nati da piccole cose, dell'immaginare una strada nuova, approdi inaspettati ma forse più giusti. 
E del perché, del come ad esempio Chihiro subisca quel viaggio non è dato sapere, di lei poco importa conoscere il prima e il dopo del breve lasso di tempo di cui siamo partecipi, compiere il viaggio in sé, essere obbligati a progredire e a migliorare, è questo l'essenziale; farsi plasmare in meglio dal continuo movimento a cui la vita ci sottopone. 
Per quanto fantastico, per quanto irreale, è un processo inarrestabile, bisogna continuare a vivere così dice Si Alza il Vento, e finisce che a guardarla, a riempirsi la testa di forza d'animo, insieme a Chihiro si cresce un po' a propria volta. 
Se ho paura, se non ho il coraggio, da qualche parte sicuramente lo troverò. 
Se credo nella potenza dei sogni e metto da parte ciò che mi viene dato come preconfezionato, allora potrò farcela. 
Se mi lascio alle spalle cattive abitudini e cattive convenzioni migliorerò come essere umano e migliorerà la piccola porzione di mondo che mi circonda. 

Penso che Miyazaki non abbia mai smesso di narrare e credere in tutto ciò



























Vi lascio alcune informazioni utili 

> avete mai visto un Film Ghibli? 
   parliamo ovviamente di film d'animazione, non necessariamente però di film riservati solo ai                bambini. Sono molti i temi cari a Miyazaki che si possono trovare all'interno dei suoi film: amore 
   per la natura e il disinteresse per essa da parte dell'essere umano, la guerra, gli aerei, la volontà 
   di cambiare le cose. A seconda del film che vedrete potrete assistere a trame più profonde, a 
   spaccati di vita giapponese, a scene divertenti o di quiete, a momenti di magia e fantastico. 
   Ve li consiglio? ASSOLUTAMENTE!! 
   Se non ne avete mai visto uno questi sono i miei preferiti: Il castello errante di Howl, La città 
   incantata, Si alza il vento, Kiki consegne a domicilio, La storia della principessa splendente, I miei
   vicini Yamada. 

  Allo stesso modo vi consiglio di visitare il Museo, se siete appassionati dello Studio lo amerete, se 
  non lo siete sicuramente è un'esposizione curiosa che vi permette di capire come i film vengano 
  realizzati e comprendere parte della sensibilità artistica giapponese e come mai ancora oggi lo           Studio Ghibli sia molto amato all'estero e soprattutto in patria (per i giapponesi spesso i ricordi di        questi cartoni sono qualcosa di molto caro).


> come arrivare al Museo 
   Prendete la Chuo Line da Shinjuku e scendete a Mitaka (circa 20min). 
   Una volta arrivati a Mitaka potete arrivare al Museo a piedi, una serie di cartelli con sopra Totoro vi
   indicheranno la strada (circa 15min) o in alternativa ci sono dei bus apposta a tema Ghibli che 
   partono dalla stazione di Mitaka. 


> dove acquistare i biglietti 
   potete acquistare i biglietti in 2 modi. 

   n°1 acquistarli alle macchinette automatiche dei konbini Lawson. I biglietti costano in questo caso      solo 1000yen (circa 8 euro) ma il processo è abbastanza laborioso, i biglietti infatti si esauriscono      in fretta, le macchinette sono solo in giapponese ed è necessario cercare di inserire un 
   nome giapponese per prenotare. In questo caso i biglietti avranno un giorno e un orario preciso in      cui vi dovrete recare al museo. 
   Io l'ho acquistato in questa maniera, ho pagato poco il biglietto ma ho dovuto
   fare diversi tentativi prima di riuscire ad acquistarne uno visto che andavano esauriti subito. 
   Ho scelto questo metodo solo perché in quel periodo vivevo in Giappone e quindi avevo la 
   possibilità di andare a controllare di frequente al Lawson e scegliere una data qualsiasi. Se fossi 
   stata semplicemente in vacanza avrei scelto probabilmente il metodo n°2 per non rischiare di 
   non trovare biglietti e perdermi la visita. 

 n°2 acquistare i biglietti in Italia. Potete acquistare i biglietti tramite l'agenzia JTB (come ha invece
 fatto Alessia). 
 Il biglietto costa 8 euro + 10 euro di prevendita  + 13 di spedizione (Sardegna e Sicilia 18). Potete
 acquistare i biglietti anche nelle sedi di Milano o Roma (non pagando quindi la spedizione). 
 In questo caso il biglietto avrà solo una data precisa (non orario) in cui vi dovrete recare al museo, anche in questo caso vi consiglio di acquistare i biglietti con largo anticipo. 

NB ricordatevi che nel biglietto è in inclusa la visione di un corto inedito all'interno del cinema del 
museo e che i biglietti cartacei vi verranno convertiti all'entrata in preziosi pezzetti di pellicole originali, quale migliore souvenir? 


> caffè all'interno del Museo 
   all'interno del Museo c'è un piccolo e coloratissimo caffè che di tanto in tanto offre piatti a tema 
   Ghibli e non solo e che ha bellissime stoviglie in tema (quanto è carino il piatto di Totoro?).
   Io ci ho fatto merenda: cappuccino con il cappellino di Kiki e cheesecake. 
   In alternativa vicino c'è il carinissimo Kotori Café che mi piacerebbe molto visitare 
   prossimamente, per ora ve lo faccio ammirare attraverso questo bel video di Serena Matcha Latte


> shop all'interno del Museo: dove comprare gadget Ghibli?  
   amanti dello studio scatenativi!! Lo shop nel museo è il regno dei gadget!! 
   Altri due posti perfetti per comprare gadget Ghibli sono Donguri Kyowakoku (lo trovate ad 
   esempio nel centro commerciale sotto la Sky Tree) e Yamashiroya (Ueno di fronte alla stazione JR)
















Sei mai stato al Museo dello Studio Ghibli? Ti piacerebbe andarci? 
Hai mai visto qualche film Ghibli? 
Raccontami la tua esperienza nei commenti qui sotto :) 





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Ci vediamo alla Prossima Fermata ⊂(。・ω・。)⊃  




12 commenti:

  1. Che bello! Bellissime foto! Io ci sono stata in estate nel 2012 e in effetti sembra di stare veramente in un altro mondo, il quartiere è quanto di più lontano ci sia dalla frenesia di Tokyo e al tempo stesso così squisitamente giapponese. Il museo poi un vero colpo al cuore, entrare nella riproduzione dello studio di Miyazaki mi ha fatto venire i lucciconi ç__ç
    E il negozio di gadget Mamma mia??? E' quello che ha esclamato anche il mio portafogli..... XD

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    1. Ciao Hachi :)
      grazie mille!! Anche per me è stato emozionante vedere com'è lo studio di Miyazaki, tutti quei bozzetti e poi divertirmi a notare i tantissimi dettagli estremamente Ghibli che si trovano nell'edificio in sè :D
      Il negozio di gadget è il luogo della perdizione in cui spendere davvero volentieri i propri soldi, ancora adesso mi pento di non aver preso una bellissima tshirt de La città incantata che avevo adocchiato ç_ç
      Tu cosa hai acquistato??

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    2. Ho comprato delle spillette di Totoro, dei magneti con un nerino della polvere che tiene un cartello con scritto Studio Ghibli e con il piccolo totoro rosa, un portachiavi con un nerino della polvere, due peluche di Totoro regalati poi ai figli di un amico. E avrei comprato di tutto ma le finanze non permettevano...... ç__ç

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    3. Come ti capisco ì ç_ç anche io mi sono dovuta trattenere, ma tu hai fatto benissimo a comprare tutte quelle belle cosine ... però lo ammetto tornerei volentieri a dare un'altra sbirciatina allo shop (ciao soldi) e soprattutto per rimanere incantata ancora una volta di fronte alla bellissima esposizione!

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  2. Io sono totalmente ignorante in materia, ma per fortuna la curiosità mi salva, perché quando oggi mi hai taggata ho pensato: "Bon, appena mi fermo corro a leggere di cosa si tratta!".
    Non ho mai visto nulla, ma a prescindere da questo trovo che l'esposizione sia davvero splendida. Mi piace l'allestimento, il modo in cui viene presentata...come tu l'hai descritta! Perché c'è da dire anche questo!
    E francamente è difficile pensare che quel mondo parallelo sia a Tokyo...ma sul serio?
    Claudia B.

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    1. Ciao Claudia :D sono contenta di averti incuriosita comunque, sicuramente in effetti è un posto molto curioso o particolare, che magari viene in mente di visitare solo agli appassionati, però Miyazaki con i suoi film animati ha segnato la storia dell'animazione giapponese e penso che sia un modo carino per entrare in contatto con qualcosa che è parte integrante e quotidiana del Giappone, basti solo pensare che per i giapponesi qualsiasi oggetto può avere un'anima, prendere vita, animarsi, da qui la loro idea anche di fare una mascotte per qualsiasi cosa ti possa venire in mente XD
      Per quanto riguarda il quartiere e l'edificio del museo, per quanto magari si possa pensare che Tokyo sia solo ultramoderna è una metropoli che spesso regala questi bellissimi angolini di pace (e io l'adoro anche per questo)

      p.s: se hai voglia magari prova a guardare un film di Miyazaki, ti avverto sono particolari ma potrebbe valerne la pena :D

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  3. Ma che belloooo! Io e il mio ragazzo siamo appassionati di animazione giapponese (soprattutto lui) e desideriamo da tempo visitare lo studio Ghibli! Ero convinta che fosse molto più difficile arrivarci, mi rincuori! Quando finalmente andrò in Giappone anche io di sicuro non rinuncerò a visitarlo... anche se costano parecchio i biglietti comprandoli da qui!

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    1. Ciao Diletta :)
      se siete appassionati sono sicura amerete questo luogo!! Sembra uscito direttamente da un film Ghibli e ho trovato troppo divertente individuare nell'edificio in sè tutti quei piccoli dettagli Ghibli che hanno inserito, per non parlare del poter vedere i bozzetti originali di molti film *^*
      In realtà il Museo in sè non è difficile da visitare (basta solo partire con molto anticipo per acquistare i biglietti anche dall'Italia, perché si esauriscono in fretta) ... però mi piacerebbe andare a dare una sbirciatina a dove effettivamente avevano gli altri uffici :D quello si che sarebbe curioso!!

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  4. Ma questo museo è straordinaro! Mi sento di accostare Tokyo a Roma, due città che non si smette mai di conoscere e che riescono sempre a sorprendere. Mi dispiace molto di essermelo perso!

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    1. Ciao Roberta :D
      lo trovo un museo straordinario anche io! Se avrai occasione di tornare a Tokyo in futuro te lo consiglio davvero, sembra uscito da un film Ghibli per come è costruito e arredato!!
      Sicuramente ci farò una capatina adesso che torno.

      Ammetto di conoscere Roma solo in quanto turista, ci sono stata due volte ma forse non è sufficiente per conoscere appeno la città e scoprirla davvero :D (e mi piacerebbe tornarci) sicuramente Tokyo avendoci proprio vissuto posso dire che è una metropoli che riserve tantissima sorpresa e meraviglia, caos e quiete allo stesso tempo.

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  5. Insomma mi hai dato un motivo in più per desiderare di andare in Giappone. Questo museo per me sarebbe tappa obbligatoria, visto che considero Miyazaki un genio e un artista vero, tra i più grandi del nostro tempo. Domanda: d'estate fa molto caldo nelle città, vero?

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    1. La penso esattamente come te, Miyazaki è un genio, un grandissimo narratore e plasmatore di storie animate, ricche di significati profondi e di temi a lui estremamente cari, spesso c'è molto da riflettere dopo aver visto uno dei suoi film, il museo è un tributo alla creazione di queste storie ed è adorabile come siano riuscite a riportare tanti dettagli tipicamente Ghibli nella struttura del Museo stesso :D

      Ad Agosto fa piuttosto caldo, un'afa inimmaginabile (e lo dico da torinese che ha che fare con l'afa perenne d'estate) soprattutto nelle ore centrali in certi giorni c'è talmente tanta umidità che ci si squaglia, ma l'estate è anche un periodo meraviglioso, ricco di festività e matsuri, ragazze in yukata e fuochi d'artificio, bon odori

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