Lisbona è una città tranquilla e
caotica allo stesso tempo.
Tranquilla perché la gente per strada
non è mai tanta, non si ha la sensazione (vuoi il periodo o la
fortuna) di rischiare di essere inghiottiti da un'orda di turisti da
un momento all'altro, è una città che si fa ammirare con calma, lei
non ha fretta.
Caotica perché in questa sua calma è
alquanto confusionaria. E' costruita su sette colli, un ghirigoro di
viuzze abbarbicate e se la si osserva dall'alto le case alle volte
sembrano mangiarsi l'un l'altra.
Il mezzo pubblico con cui ci si sposta
nel centro è principalmente il tram, sono gialli, allegri e dentro
hanno spesso ancora la struttura in legno; sono il mezzo di trasporto
ideale perché in grado di percorrere le viuzze sali e scendi che
caratterizzano Lisbona facendo mirabili rasette a case ed automobili
- per la cronaca, se la macchine avessero delle ventose le
parchegerrebbero pure sui muri, essendone sfornite si limitano a
lasciarle sui marciapiedi e ai lati delle strettissime stradine
sopracitate, ti sembra stando a bordo di non poter far altro che
finirci contro, ma il tramviere portoghese (razza sadica) all'ultimo
secondo ti piazza una rasetta da medaglia d'oro e tiri un sospiro di
sollievo. E' una città che ha fascino, carattere, una storia da raccontare, e adesso la visiteremo assieme.
L'aeroporto è ben collegato e, cosa da
non sottovalutare (ma che soprattutto mi ha instillato un amore
subitaneo per i portoghesi appena messo piede nella loro patria), il
biglietto dell'aerobus per il centro città pagato solo 3,50
può essere usato il giorno seguente per viaggiare GRATUITAMENTE su
tutti i mezzi della Carris- la compagnia di trasporti di Lisbona-
compreso l'Elevador de Santa Justa, MUST per un turista, il cui
biglietto da solo costa 5 euro.
L'aerobus ci lascia in Praça de
D. Pedro IV,
conosciuta anche come Piazza del Rossio o semplicemente Rossio
(che è quella che si vede nella prima foto). Se devo essere sincera
ho difficoltà a trovare la metro, è buio e ho appena fatto un
viaggio di due ore e mezza, così io e la mia amica ci scarrozziamo
la valigia su e giù per la piazza un paio di volte prima di
scovarla.
Proseguendo sulla via della sincerità
pure fare i biglietti non è stata una passeggiata. Ma una volta
capito il meccanismo il problema non sussite più.
Funziona così: si fa una tessera ( noi
abbiamo fatto la viva viagem
) che si paga una volta sola ed è ricaricabile man mano con il tipo
di biglietto che si vuole, ad esempio: una corsa singola, un'andata e
ritorno, un viaggi illimitati per un giorno ecc, quest'ultimo in
particolare è conveniente ( 5,80 quando sono andata io) se si
prevede di fare su e giù per la città utilizzando i mezzi di
trasporto.
L'hotel
è l'Almirante, un 3 stelle, camere carine e pulite, personale
gentile e disponibile (vi forniscono informazioni e una mappa della
città), colazione abbondante promossa a pieni voti: i panini che non
mi mangiavo alle 8.30 del mattino. Probabilmente leggendo in giro le
recensioni dell'hotel vedrete che alcuni considerano la zona non
particolarmente bella, effettivamente si trova in una via popolata
solo da negozi arabi e cinesi dall'aria un pizzico trasandata, ma noi
andiamo e veniamo senza subire fastidi di alcun tipo, tanto più che
la metro è talmente vicina all'hotel che il pezzo da fare a piedi
“indifesi” è ridicolmente breve. L'hotel ha dunque il bonus
metro a due passi
e se proprio si vuole cercare il pelo nell'uovo: non ci sono
ristoranti nelle vicinanze, mangiate in centro anche a cena e siete a
posto.
Approfittando
di
sua Santità il
biglietto dell'aerobus decidiamo di visiatare il giorno seguente 3
dei quartieri di Lisbona: Alfama, Baixa e Belem, percorrendo a piedi
la strada dall'hotel fino a Praça
da Figueira (usciti
dall'hotel sempre dritto, non potete sbagliarvi neanche volendo).
Alfama
è il quartiere più antico della città. Ci si arriva facendo
un'impegnativa camminata in salita oppure prendendo un tram che parte
da Praça da
Figueira e
arriva quasi al Castelo
de São
Jorge.
L'attrazione
principale qui è proprio il Castelo (4 euro biglietto studenti),
da cui in più punti è possibile osservare la città dall'alto.
(il Castelo de São Jorge visto dall'Elevador de Santa Justa)
La strada a ritroso la facciamo a piedi e ci imbattiamo nella Feira da Ladra il mercatino delle pulci che si svolge ogni martedì e sabato nei pressi del Convento di São Vicente de Fora, non è niente di speciale (come invece potrebbe indurre a pensare un nome tanto altisonante), però troviamo un piccolo bar e ci fermiamo per pranzo.
La strada a ritroso la facciamo a piedi e ci imbattiamo nella Feira da Ladra il mercatino delle pulci che si svolge ogni martedì e sabato nei pressi del Convento di São Vicente de Fora, non è niente di speciale (come invece potrebbe indurre a pensare un nome tanto altisonante), però troviamo un piccolo bar e ci fermiamo per pranzo.
Sono
dell'idea che i piatti tipici DEBBANO essere sempre assaggiati (il
viaggio non è completo altrimenti) e cosa c'è di tipico in
Portogallo? Il baccalà, e più precisamente il Bacalhau à Brás.
Dunque baccalà sia.
Quello di questo
baretto nascosto si rivelerà il miglior bacalhau à brás
della vacanza, porzione abbondante e tutto cucinato sul momento.
Perciò fateci un salto, è esattamente di fronte al convento.
La tappa successiva è l' Elevador de Santa Justa (ed ecco che il biglietto dell'aerobus fa la sua ricomparsa) ascensore in funzione dal 1901 che dal quartiere di Baixa porta ai quartieri di Chiado e Bairro Alto. L'ultimo piano dell'ascensore offre una vista panoramica della città a dir poco stupenda e si accede ad una passerella che costeggia il Convento do Carmo, la chiesa semidistrutta durante il terribile terremoto che colpì la città nel 1755.
Ritorniamo
giù e proseguiamo l'esplorazioe del quartiere di Baixa fino ad
arrivare a Praça do Comércio
Piazza che da un lato si collega alla Rua Augusta dall'altro si affaccia
direttamente sull'oceano
Da Praça do Comércio prendiamo l'autubus ( biglietto dell'aerobus vieni a me) che ci porta fino al quartiere di Belem. La strada per arrivarci a piedi è davvero davvero lunga, ve lo sconsiglio, anche perché il quartiere già di per se offre una più che abbondante possibilità di scarpinare. Tre sono i monumenti da vedere: la Torre de Belém (10 euro) , il Monastero dos Jerónimos e il Monumento agli esploratori portoghesi.
(Monastero dos Jerónimos)
Il quartiere è inoltre patria di una squisitezza e -oh guarda- è giusto l'ora di merenda: i pastéis de nata, altrimenti chiamati Pastéis de Belém.
(Pasticceria Pastéis de Belém dal 1837)
Ci sediamo nei
giardini di fronte alla pasticceria per un po' di meritato riposo e
poi riprendiamo il bus per il centro, girovagando nella parte
dell'Alfama verso Praça do Comércio,
addentrandoci per le viuzze senza una meta precisa fino all'ora di
cena. A proposito dei ristoranti, pane & company vengono fatti
pagare a parte anche se ve li mettono sul tavolo, perciò se non li
volete semplicemente metteteli da un lato e non toccateli.
(Girovagando per l'Alfama: il fado è la musica tipica portoghese, ad un costo -fuori dal nostro budget- si può assistere ad uno spettacolo mentre si mangia)
Il terzo giorno trascorriamo la mattina a visitare i quartieri rimanenti, girovaghiamo per il Chiado e il Bairro Alto, anche qui ritroviamo le consuete stradine tortuose, con l'entrata in scena delle tipiche case con i muri in maioliche
Procediamo e in
Rua Garret incrociamo lo storico caffè A Brasileira,
il caffè aperto nel 1905 era meta di intellettuali tra cui Fernando
Pessoa
(ah non ve l'avevo detto che io e Pessoa siamo amici di lunga data? Qui sopra in una delle nostre tipiche uscite sorseggiamo un caffettino)
Ci dedichiamo
allo shopping prima di ripartire, direzione: Oceanario di Lisbona (11,70 euro biglietto studenti),
l'acquario più grande d'Europa. Visitatelo, è semplicemente
favoloso, l'acquario di Genova in confronto vi sembrerà la boccia
dei pesci in salotto. L'Oceanario si trova nel quartiere più moderno
della città, dovete prendere la metro per arrivarci e farvi un bel
pezzetto a piedi, ma ripeto: ne vale la pena. Tutto in questo
quartiere è l'esatto opposto del centro storico, colori neutri,
forme all'avanguardia, spazzi aperti, il signore incontrastato è
l'ordine. L'effetto ottenuto è di grande impatto.
All'interno
dell'Oceanario sono stati ricreati vari ambienti con la rispettiva
fauna marina, ciò che ho trovato particolarmente bello è che spesso
a separare gli animali dal visitatore c'è solo una balaustra
trasparente non molto alta, che evita quel triste effetto
inscatolato.
(la lontra
mangia gamberetti, li pioggia sulla pancia e uno a uno li prende con
le zampine e se li porta alla bocca : posso portarmela a casa ? *^* )
Una
volta uscite è ormai pomeriggio inoltrato, fuori dall'Oceanario c'è
un bar della Algida e mi lascio tentare da un Magnum alle mandorle.
Un fascinoso ragazzo portoghese sta al banco, giusto per non farmi
mancare nulla tento di dire Magnum alle mandorle in portoghese (senza
aver mai studiato mezza cosa di portoghese ovviamente), la parola
amêndoas mi
esce così male che scoppia a ridermi in faccia di gusto (vuoi un
pugno? Non mi importa di rovinare quel tuo bel faccino) poi mi
sorride e tenta di insegnarmi la pronuncia giusta (ok, forse ti
perdono) ripeto diligente e mi sorride ancora ( ooook, smettila di
abbagliarmi, ti perdono, ti perodono).
Torniamo in
centro e da lì fino a Belem, dove si trova l'imbarco dei traghetti
per la traversata del Tago, nella
speranza di riuscire a fare in tempo per entrare al Cristo-Rei
(costruito a imitazione di quello ben più famoso di Rio de Janeiro).
Per
prendere il traghetto serve un
altro tipo di viva viagem
anche questa ricaricabile, la carichiamo con un biglietto
andata e ritorno e ci imbarchiamo.
Arrivate dall'altra parte l'autista (arabo) del pullman che porta fin
sotto al monumento, che non parla una parola di inglese, si ostina a
parlarci in portoghese e disperato tenta in fine con il francese
(insomma un potpourri di lingue) con un “est fermé”
liquida le nostre speranze, ma il sole che cala sul fiume è qualcosa
di unico quindi ci sta bene così.
Nessun commento:
Posta un commento