Asakusa è un altro dei quartieri dove
più si può vedere la differenza tra la Tokyo moderna e la Tokyo
delle tradizioni. Diversamente da Harajuku, dove addentrarsi verso il
Meiji Jingu comporta uno stacco netto, ad Asakusa la discesa è
graduale: tanti turisti, tanta attività, tanta vita mentre si
cammina lungo la strada del Sensoji.
Se dovessi associare poi un calore a
questo quartiere sarebbe il rosso; rosso che palpita, freme, pulsa,
rossi sono anche il Sensoji (il
più importante tempio buddhista di Tokyo) e le sue immense
porte, simboli di Asakusa.
(il Kaminarimon la prima porta del
Sensoji, oltrepassandola si entra in una strada non molto larga
ricolma di negozietti e banchetti di cibo)
(tra due file di bassi edifici
rossi- in cui si trovano i vari negozi- si snoda Nakamise Dori. Percorrendola si arriva alla seconda porta e poi al Sensoji)
Nakamise Dori
penso sia una delle vie più carine di Tokyo per i turisti e per gli
amanti del Giappone, l'occhio si fa ammaliare dalle mille forme e
colori, oggetti catturano continuamente la mia attenzione e mi
portano a curiosare qua e là e a scattare mille foto.
(stampe
giapponesi di tutti i tipi)
(in questo
banchetto fanno dango, che alla fine non assaggiamo: ma non
temete, ci siamo gettate su altri piatti inaugurando una sorta di
tour culinario)
(improvvise
voglie di comprare lanterne)
(un mare di kokeshi, ovviamente vengo cazziata dalla proprietaria perché me ne
sto tranquillamente nel mezzo del negozio a scattare foto per il blog)
(qualcuno ha
detto maneki neko??)
(venditori con
malcelate fissazioni)
In Nakamise Dori
si può trovare veramente di tutto, dal souvenir per un amico
rimasto in patria alla scatola di dolci giapponesi da regalare, dagli
abiti tradizionali a cianfrusaglie non ben definite, dai raffinati
ventagli agli stecchi freddi di cetriolo (si avete capito bene,
inorridite con me così mi sento meno sola)
(geta di ogni colore)
(primi
avvistamenti di gente in yukata, è il 26 Luglio e questa sera si
terrà l'Hanabi sul Suidagawa, l'hanabi più importante di Tokyo)
(come potete vedere qua è applicato perfettamente il concetto di minimalismo)
(ancora oggetti tradizionali in piccoli negozi che mi affascinano molto)
(solo ventagli
in questo negozio)
(tantissimi mālā di tantissimi colori)
(stupende
maschere dai colori sgargianti con demoni, volpi e omini in vesti
tradizionali)
(amo
particolarmente il modo in cui qui le merci si affastellano, in un
groviglio multicolor che pare andare in ogni direzione)
Ovviamente stiamo
passeggiando allegramente che è ormai l'una di pomeriggio;
temperatura stimata della giornata: più o meno 8mila gradi
(all'ombra). Ti muovi: sudi, stai fermo: sudi, anche solo pensare fa sudare.
(sole
fortissimo e bancarelle di cibo)
(venditore di
senbei, i crackeroni giapponesi a tutti i gusti più uno)
Iniziamo il nostro tour culinario con questo banchetto, una cosa bellissima secondo me da fare percorrendo Nakamise Dori è fermarsi ad assaggiare i vari piatti tipici (che al pezzo possono costare dai 200 a un massimo di 500 yen). E' un'occasione che non bisogna farsi sfuggire se si vogliono assaggiare cibi particolari e tradizionali.
(innamorarsi
di un banchetto: fanno dei dolcetti buonissimi- di cui purtroppo non
so il nome- consiglio assolutamente quello al 抹茶matcha
e all'アプリコットapuricotto-albicocca,
in omaggio un bicchiere di tè verde fresco. Sempre in questo
banchetto vendono gli stecchi freddi di cetriolo che tra i giapponesi
fanno furore... posso immaginare la bontà sopraffina)
(l'inizio del
tour culinario, dolcetti comprati nel banchetto di prima come
riscaldamento, alla nostra salute)
(un vecchio
venditore riordina pacchetti di senbei)
Ci infialiamo anche nelle viuzze
laterali, qualche passo spinte dalla curiosità, anche se il caldo
succhia via tutte le energie
(una coppia carinissima che in
quegli yukata starà friggendo peggio delle patatine del McDonald: stimo il vostro coraggio)
(pittoresche serrande di un
negozio)
Ad Asakusa si trova anche il Tokyo
Sky Tree (ma teniamo la
visita per un altro giorno)
(il Tokyo Sky Tree spunta tra gli edifici di Asakusa)
(altra tappa del tour culinario: dolcetti alla patata dolce
giapponese)
(passeggiando sotto un sole assassino ancora rosso e yukata catturati
di sfuggita)
(terza tappa del tour culinario:
insospettabili strumenti del diavolo, spiedini di carne farlocca che
si rivela riso compattato dolciastro dal (non si sa perché) colore
marrone carne alla brace, fatevi un favore e non mangiateli. La cosa
peggiore è che al banchetto non c'é una pattumiera in cui farli
eclissare e nemmeno ti lasciano allontanare -davanti al Sensoji non
lasciano andare in giro con il cibo, penso per evitare di spalmarlo
addosso alle milioni di persone che camminano nel vicoletto-. Morale
delle favola: dobbiamo ingoiare quegli spiedini di risocarne tentando
di non sembrare troppo schifate dato che stiamo mangiando in faccia
alla proprietaria nonché cuoca)
Dopo l'eterno girovagare di negozio in
banchetto arriviamo davanti alla seconda porta del Sensoji, nello
spiazzo proprio davanti la porta e lateralmente sulla destra sono
stati allestiti tantissimi banchetti di cibo tipico (dato che questa
sera c'è l'Hanabi del Sumidagawa si sono un pelo organizzati per
banchettare).
(seconda porta del Sensoji)
(altra tappa del tour culinario con i primi takoyaki della nostra
permanenza tokyota, approvatissimi)
(il nostro fornitore di takoyaki)
(uno dei molti banchetti, qui
vendono banane glassate dagli improbabili colori fluo -tra cui il
celeste- ricoperte di zuccherini anch'essi colorati)
(parto in esplorazione e vi mostro un
po' le bancarelle)
(yakitori fatti sul momento e poi insalsati)
(penso sia giunta l'ora della
quarta tappa del tour culinario: enormi yakitori)
(oltrepassata la seconda porta
rossa, rossa è anche la pagoda)
(scorci del Sensoji e pergolato
sotto cui viene vaporizzata acqua)
(la porta del Sensoji e i suoi dettagli stupendi :
divinità e lanterne)
Lo spiazzo del Sensoji è pieno di
turisti, ma non solo, tantissimi sono i giapponesi che vengono in
visita al tempio per un preghiera, un desiderio, il buon auspicio
(qua si possono comprare per 100 yen
i mikuji, predizioni buddhiste sulla proprie sorte)
(la cosa spaventosa dei mikuji è che
quello che c'è scritto pare terribilmente vero, mannaggia a te
Buddha, nemmeno tu riesci ad aiutarmi)
(i mikuji si legano, per
ricordare, per far avverare, stretti attorno a un desiderio di buon auspicio un nodo accanto all'altro)
(io e il mio recentissimo acquisto,
un ventaglio. Oggetto indispensabile da tenere sempre in borsa
durante l'estate)
Prima di salire le scale ci sono la
fonte e l'incenso con cui purificarsi, facciamo ormai la
purificazione d'ordinanza, perché qua ogni aiuto è ben accetto.
(persone che accendono l'incenso)
(l'incenso una volta acceso viene
messo in questo enorme braciere, la gente con le mani ne prende il
fumo, se lo sventola addosso)
(io e ale ci "incensiamo",
coniare neologismi italiani livello extreme)
(stiamo per entrare nel Sensoji e
per un attimo trovo riparo all'ombra)
Le persone convergono verso le scale,
circondate dal rosso, su di loro veglia l'enorme lanterna; piano
piano, scalino dopo scalino, con la pazienza di chi attende il
momento della propria preghiera
(si lancia la moneta, vola in aria
silenziosa, finché si scontra con la superficie di legno, è entrata
e tu congiungi le mani, non c'è bisogno di parlare solo speri con
tutto il tuo cuore)
(oltrepasso la lanterna e guardo
indietro, sovrasto lo spazio e nell'ombra altri hanno preso il mio
posto e pregano)
(rincorro un ragazzo in yukata per
fargli una foto... ok, ho la fissa degli yukata, devo smettere di
pedinare le persone solo perché ne indossano uno)
Usciamo da una porta laterale e proprio
accanto a un piccolo Buddha di pietra trovo questo signore che mangia
una granita, ha la tipica seduta da maschio giapponese, mi sembra
perfetto per una foto e colgo subito l'occasione
Vinte dal caldo ci apprestiamo
all'ultima tappa del nostro tour culinario: la mega granita
giapponese
(scegliamo questo banchetto di
granite tra i molti perché qui mettono i pezzi di fragola dentro.
In più passando le due ragazze mi dicono che ho dei bellissimi
capelli: ok, la granita la compro da voi e basta)
(in una stradina laterale i
giapponesi si riparano dal sole tutti granita-muniti)
E' ormai pomeriggio inoltrato e ci
spostiamo verso il Sumidagawa, frotte e frotte di persone
incominciano ad appostarsi per vedere l'hanabi (mancano ancora 3 ore
ma prendere un buon posto è difficile e così incominciano presto a
sedersi lungo la sponda)
(il ponte sopra il Sumida, sullo
sfondo lo Sky Tree e l'edificio della Asahi -altrimenti detto
l'edificio con la patata sopra, o come la chiama finemente Yuji la
cacca dorata- dovrebbe rappresentare la schiuma della birra ma la
verità è che lascia gran spazio alla libera interpretazione)
(sotto la sede della Asahi)
(per rimanere in tema di birra:
nello spiazzo davanti a delle 自販機-jihanki-
i distributori automatici, giapponesi in yukata tutti birra alla
mano)
(katsudon per cena preso all'
いなげや-inageya, il
nostro ormai fedele fornitore di viveri)
Wow, questo è il mio post preferito! Forse per i tanti manicaretti? Ahah, un bacio Stefi :*
RispondiEliminaSono contenta, Asakusa è uno dei miei quartieri preferiti :)!!! Ahahah qua di certo non si soffre la fame ;)
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