sabato 25 ottobre 2014

Porssima Fermata: Odaiba o dell'Isola che non c'è


Odaiba è l'isola che non c'è o meglio che non c'era. Un'isola di divertimenti, dove tornare bambino non è un viaggio seconda stella a destra poi dritti fino al mattino ma una corsa su rotaie che seguono l'ondeggiare del mare. Non troverete forse Peter Pan ma un Gundam, al posto dei bambini sperduti il Drago Shenron, la Statua della Libertà invece che i pirati e se vorrete volare, niente Trilli ma una delle ruote panoramiche più famose del mondo.


 ( in viaggio sulla Yurikamome, il treno automatico che collega Tokyo -si prende dalla stazione Yamanote di Shimbashi o da quella di Shiodome- all'isola artificiale di Odaiba)



Oggi a Tokyo il sole non si fa pregare, il calore ti si appiccica addosso senza mai mollarti, è l'afa d'Agosto giapponese, quando in cielo non c'è neanche una nuvola e dell'ombra non se ne parla.
La Yurikamome scorre sull'acqua, vola e serpeggia sulle onde, proprio come il gabbiano dalla testa nera -abitante della baia di Tokyo- da cui prende il nome. Dentro la gente pigiata, è un finesettimana ideale per recarsi a Odaiba e non siamo le uniche ad aver avuto questa idea.
Odaiba è un'isola costruita dall'uomo per l'uomo, vi hanno casa aziende e ogni sorta d'intrattenimento.Tre principali centri commerciali: Aqua City, Diver City, il Venus Fort e la sede della Fuji TV: il Fuji TV Building sul cui tetto si trova il ristorante di One Piece.
Scendiamo alla stazione Daiba e la folla che passeggia è qualcosa di incredibile, nell'aria risuanono musiche e canzoni.
Scopriamo così che oggi c'è un festival dedicato ad idols esordienti, ci ritroviamo gomito gomito con fans che si accalcano attorno ai palchi sparsi qua e là, desiderosi di farsi più vicini all'oggetto del loro amore si bagnano di Sole, incuranti dei gradi segnati dal termometro.


(un gruppo idol di giovanissime ragazze, bianche e pure e coi visini acqua e sapone. I fans, per lo più maschi, sotto al palco paiono estasiati, conoscono tutte le mosse dei balletti, e nel loro centimetro quadrato di spazio arraffato per amore della loro favorita, le eseguono con maestria ineguagliabile. Protendono le mani e le sventolano in aria a ritmo della canzoncina di turno, non si agitano, non spingono, stregati dallo spettacolo, con quell'attenzione tutta giapponese, non perdono una parola del testo e cantano anche loro. Dopotutto questo è il loro tempo libero, e da esso si lasciano assorbire, avvolti nel divertimento in quella maniera ancora una volta che pare particolare del Giappone. Pigio il tasto della macchina fotografica e sorrido, in Italia non si vedrebbe mai una scena simile)


Tento anche di fare qualche video, ma ovviamente e severamente vietato e un apposito omino ha il compito di acciuffare e fermare i poveri stolti che ci provano -ovvero me- e con il solito simil cazziatone in giappoenglish, devo mettere da parte le mie aspirazioni da Steven Spielberg almeno finché l'apposito omino non becca dei giapponesi fare lo stesso e io mi acquatto dietro una pianta continuando la mia losca missione (vedete sono una vera ribelle, o sarà che i cazziatoni in giappoenglish non sono particolarmente spaventosi)



(il gruppo ha appena finito di cantare una canzone, le ragazze in coro ringraziano il pubblico per poi presentarsi)



(qua sono addirittura riuscita a riprendere un pezzo di canzone, come potete vedere il pubblico saltella imitando le ragazze e io li trovo di una tenerezza infinita, non so, mi sembrano degli spettatori davvero spensierati e felici)



Proseguiamo verso il Diver City e ci infiliamo dentro per curiosare, l'aria condizionata pare una delle cose più belle mai inventate al mondo.


    (Pocky e Pretz in scatole grosse come quella formato famiglia dei Kellogg's)



(proprio di fronte alla piramide di Pocky un negozio che vende biscotti a forma di Hello Kitty da mettere dentro il gelato)


Usciamo e facciamo il giro del perimetro del Diver nel tentativo di trovare il famoso Gundam a grandezza naturale, vana ricerca, eppure è un coso bello alto, non dovrebbe essere difficile da individuare.


(facendo il giro intorno al Diver ci ritroviamo sulla sinistra la ruota panoramica: chi non cerca trova e io le scatto una foto)



Il lato che ispezioniamo per ultimo è ovviamente quello in cui si trova Mr Gundam, la sentinella a guardia di Odaiba, dormite sonni tranquilli oh cittadini di Tokyo.


(in questa foto il Gundam ha anche quello sberlucicchio da anime che fa molto Maria Antonietta in Lady Oscar: è vivo, vivo vi dico!) 


(alle spalle del Gundam, il Gundam Café, appassionati della serie potete svuotare le vostre tasche, io riservo i money per il ristorante di One Piece)


(il retro del Gundam. Sembra di vedere il profilo di un fiero guerriero che si staglia sull'orizzonte, in una giornata di fuoco che non lascia scampo siamo ormai affamate)


Ci arrampichiamo su per il Fuji TV Building, su scale mobili che dentro a tubi portano fino al tetto, a una delle mete più agognate di questa scampagnata: il ristorante di One Piece.

(vista dalle scale mobili. Il divertimento di Odaiba passa per le geometrie di linee alle volte rigorose alle volte bizzarre. Strade dritte e serie, edifici che sembrano rettangoli larghi o lunghi, grattacieli che si appoggiano al cielo e in lontananza anche lo Sky Tree)



                      (Going Marry siamo pronte a salpare, la nostra meta è lo stomaco pieno)


Così pazientemente ci mettiamo in coda, il ristorante è pieno ma neanche l'ombra di un occidentale a parte noi .

    (Chopper e Rufy ci danno il benvenuto: いただきます!!!) 


 Il nome del ristorante è Baratie, proprio come quello in cui ha lavorato Sanji prima di unirsi alla ciurma di cappello di paglia, l'interno ricorda quello di una nave con alberi maestri e ponti di corda ai muri, da un lato la cartina del mondo di One Piece, mentre sul bancone sono adagiati cibi in vero stile One Piece.


(Sanji accoglie i clienti, mentre Rufy cerca di sgrafignare qualcosa, chi vuole un tentacolo di piovra gigante mangia uomini per pranzo?)


    (se vi trovaste catapultati nel mondo di One Piece in che luogo vorreste andare?) 


Non resistiamo alla tentazione e alla fine prendiamo uno scrigno del tesoro, che è la versione one piecesesca dell'Happy Meal, solo che la scatola non è a forma di casetta ma di forziere dei pirati, e nessun Ronald Mcdonald ti sorride arcignamente. C'è il logo del Baratie stampato sopra e io mi rincitrullisco davanti a ste cose in stile scemo-nerdose.


    (dentro allo scrigno del tesoro: patatine, crocchette di pollo e karaage)


Alla televisione trasmettono alcune scene significative dell'anime per poi passare ad elencare i piatti e le bevande preparate dal ristorante, spiegando qual è l'idea che sta dietro quei cibi e cosa esattamente li leghi al mondo di One Piece.
  



    (l'interno del Baratie)


(le bandierine messe dentro i cocktail. C'è un cocktail per ogni personaggio, che è rappresentato dallo stemma sulla bandierina)  


     (chele di granchione, cosciotto di T-rex, faccia di un coso non ben identificato e un Lumacofono)



                      (io, Sanji e la manina lesta di Rufy)


(Zoro invece ci osserva con tranquillità dall'alto: fa il bello e impossibile fino all'ultimo insomma, mica scende a salutare le sue fans accanite)  


(nel negozio di fianco al ristorante vendono cibo a tema One Piece: i Frutti del diavolo e dei coloratissimi cracker di riso con stampati sopra i personaggi)  



Uscite dal Fuji Tv Building, ci rifugiamo dentro l' Aqua City, fa ancora troppo caldo per andarsene a zonzo senza preoccupazioni e andiamo all'assalto del fantastico Jump Shop.

(sotto il Fuji TV Building, edificio dalle forme particolarissime, lucido e argenteo, sormontato da una sfera, ma per il resto poi perfettamente dritto)  


(Goku e Shenron, ho riunito le sette sfere, sono pronta a riportare Crilin in vita per la 88347827409284 volta)


(infilerò uno o due cartonati in borsetta et voilà il gioco è fatto, poi me ne andrò in giro tranquillamente... sì, con la borsa da cui spuntano mani e piedi di cartone: problems?)


                     (curiosando tra gli scaffali del Jump Shop)


(ci fermiamo un attimo allo Starbucks dell'Aqua per assaggiare il nuovo Matcha Frappuccino con brownies. Starbucks tende a far uscire ogni tot. dei prodotti speciali disponibili per un periodo limitato e questa volta siamo vinte dalla curiosità, dopotutto si tratta di matcha con sopra dei brownies non so se mi spiego)

Scendiamo al piano inferiore e troviamo una zona ristoranti in cui vengono serviti ramen e specialità provenienti da varie parti del Giappone, idea molto carina per un pasto diverso dal solito.



Fuori dall'Aqua questa è la vista che ci si presenta, la baia di Tokyo, a destra la Statua della libertà e davanti il Rainbow Bridge, mi sporgo dalla balaustra assaporando il vento e l'aria di mare. Tokyo è un posto incredibilmente verde per essere una grande metropoli e in mezzo al suo caos si può trovare ovunque un angolo di tranquillità inaspettata. 

    (l'Aqua e il Fuji TV Building)



    (la piccola statua della libertà di Odaiba)


    (il Rainbow Bridge, dietro di lui si affaccia rossa in volto la Tokyo Tower)


(Odaiba è un'isola costruita a piani, non solo quelli dei grattacieli o dei centri commerciali, ma ponti, sopraelevate e la Yurikamome, serpente di ferro che la sorvola, sbobinandosi in mezzo agli edifici)



Ci dirigiamo ora verso il Venus Fort, un centro commerciale davvero particolare perché costruito per assomigliare a un'antica città italiana, perfino il soffitto non è freddo metallo, calcestruzzo o pannelli ma fatto di cielo. Azzurro e nuvole sopra la testa e giochi di luce che ricreano il sole nelle varie ore del giorno.  


    (il Venus Fort e la zona di Palette Town - l'area in cui sorge la ruota panoramica)


Per entrare passiamo attraverso un piccolo museo dell'automobile molto interessante, in cui le auto sono divise per Paese d'appartenenza




(c'è anche un'area dedicata all'Italia, chi ha ideato il museo ha cercato di ricostruire una sorta di Napoli, con tanto di panni stesi su fili tirati da un palazzo all'altro, graffiti e madonnine: molto pittoresco insomma)


    (l'apocalisse si avvicina, i giapponesi lo hanno predetto: poi non dite che non vi avevo avvisato)


(perché se siamo in Italia il negozio di frutta e primizie -qua andiamo sul colto con ste parole- non può mancare)  



E in fine entriamo dentro il Venus Fort, un grande oculo, proprio come quello del Pantheon, ci accoglie mostrando nuvole paffute, riversando su di noi una luce che è artificiale ma pare calda e gentile. E' un susseguirsi di lunghe camminate abbracciate da portici sotto i quali si trovano i negozi, intervallate da ampie piazze, balconi e lampioncini, in quello che è fatto per sembrare marmo o pietra e che ha tutta l'apparenza solida degli edifici antichi in Europa, come qua a Tokyo raramente se ne vedono.








(siamo tornate in Italia e una fontanella con un paio di statue stile Roma Antica non ce la vuoi piazzare?)





     (la Bocca della verita e la Venere di Botticelli, arte italiana mix&match)





(come fuori anche dentro al Venus Fort il sole tramonta e tinge di rosso il soffitto e l'ambiente, è particolare, suggestivo. Trovo l'idea che sta dietro a questo centro commerciale davvero bella)



La colorata entrata di Palette Town ci fa pregustare il giro sull'altrettanto colorata Daikanransha, la terza ruota panoramica più alta del mondo. Ma prima diamo una sbirciatina allo showroom della Toyota che è proprio lì di fianco.  


    (l'entrata di Palette Town)





(sotto la ruota panoramica, i suoi gabbiottini colorati si innalzano verso il cielo come uno sciame di palloncini sfuggiti alla mano di un bimbo disattento)



Si paga e si sceglie se salire su un gabbiottino colorato o su uno dei quattro gabbiottini trasparenti, tutte e tre abbiamo paura del vuoto, ma in un moto di entusiasmo -perché vedere persino quello che si ha sotto i piedi ha decisamente il suo fascino- e mancanza d'amor proprio optiamo per uno di quelli trasparenti.  


    (noi saliamo e il sole cala, è l'ora del tramonto ad Odaiba)


(così, insomma per farvi capire il grado di incoscienza di tre che si stanno cagando sotto, ma che sopraffatte dal gaudio del momento fanno sballonzolare un maledetto coso trasparente a mille mila metri da terra perché per fare le foto bisogna spostarsi da una parte all'altra. Dal canto mio le foto le faccio con una mano attaccata alla balaustra, non che se precipitassimo serva poi a qualcosa)


(Odaiba dall'alto, dipana le sue strade, tra l'acqua del mare e gli edifici, si incastrano e danzano con precisione, è la bellezza moderna di un'isola che la natura non ha creato)


(ancora ponti e strade sul mare, emergono i grattacieli tra una pozza e l'altra, mi sembrano braccia che dall'acqua si allungano verso il cielo, per acchiappare un poco d'aria e stiracchiarsi per bene, ne approfittano perché qui al contrario di Tokyo città, lo spazio non manca)


    (sopra il tetto di quella che credo sia una fabbrica i fanali sono disposti a formare un cuore)



Il giro sulla ruota finisce e noi ancora una volta ci avventuriamo per le strade di Odaiba, le luci incominciano ad accendersi mentre partiamo alla ricerca dell'Oedo Onsen Monogatari, un onsen al cui inerno è ricreata una città di epoca Edo.





Finiamo su una sorta di lungo mare molto ampio costeggiato da un parco, ma dell'onsen neanche l'ombra, è il solito problema di Tokyo: andare in un luogo nuovo richiede una dose extra di pazienza, perché è molto probabile che se sei senza internet finirai col perderti.
Scopriamo che il posto è ritrovo gettonato di cosplayers, particolarmente adatto per scattare foto, sparsi un po' ovunque gruppetti intenti in servizi fotografici.


(e poi vedo questo, un servizio fotografico in pieno stile yaoi, due ragazzi appoggiati ad una 自販機 che fanno finta di baciarsi. E' lo stravagante fascino di Tokyo che mi incanta, all'improvviso sboccia la sorpresa, è un fiore inaspettato. Un post it che appiccico al tabellone dei ricordi perché lontano anni luce dalla mia quotidinità italiana, quando invece qua può accadere, di camminare tranquillamente in un giorno qualunque e imbattersi in qualcosa di simile)


(una coppie di cosplayers cammina davanti a noi, parrucche in testa, borse piene di vestiti. Di lato altri due cosplayers decidano sul da farsi, cavalletto ben piantato a terra, braccia sui fianchi)


    (giungiamo in questo spiazzo, tutti i gruppetti davanti a noi sono di cosplayers)



Alla fine ci arrendiamo a chiediamo indicazioni a due ragazze che ci consigliano di riprendere la Yurikamome perché l'Oedo Onsen è piuttosto lontano rispetto a dove siamo arrivate a forza di cammina cammina.
Paghiamo il biglietto e scendiamo praticamente davanti all'Onsen, le sue lanterne giganti ci indicano la via nella notte ormai calata, ma all'entrata ci aspetta una brutta sorpresa alla quale in parte eravamo già preparate, ma che speravamo non si verificasse: non lasciano entrare Isa e Ale perché tatuate. 
I gloriosi sogni di immergersi nell'acqua calda e rilassarsi sfumano e meste torniamo a piedi fino alla zona dell'Aqua City e per puro caso ci imbattiamo nello spettacolo serale del Gundam, la gente siede per terra, naso all'insù, nello spiazzo davanti al robottone.


                                      (tra lucine e musichette eccolo in tutta la sua potenza)

Ci consoliamo poi con qualche foto notturna -ormai le luci di Odaiba sono tutte accese, ballano frenetiche e ipnotiche- ci lasciamo andare su una panchina vista baia di Tokyo e io mi sfilo le scarpe, stanca per la giornata.  


(i raggi della ruota panoramica cambiano continuamente colore, piroettano, si ritirano, si allungano, è un gioco di velocità tra loro e il buio)



(le luci del Fuji TV Building si muovono senza sosta, creano scritte, forme geometriche, fiori colorati)

(la vista dalla nostra panchina: il Rinbow Bridge -letteralmente il Ponte Arcobaleno- finalmente illuminato, in lontananza i grattacieli di Tokyo e i battelli che scivolano sull'acqua scura come pece)



(dalla nostra panchina si vede anche la statua della libertà e se si aguzza la vista la Tokyo Tower dietro il Rainbow Bridge, che si confonde tra i grattacieli).



Ancora una volta riprendiamo la Yurikamome e il percorso a ritroso sulle sue rotaie ci riporta verso casa, in quella Tokyo città che ci ringhiotte nel suo accumularsi di edifici, in qualche modo mai soffocante.

Cosa ne pensate di Odaiba? Vi è piaciuta e la visitereste? Fatemi sapere cosa ne pensate, sono molto curiosa.
Per oggi è tutto, ma ci vediamo alla Prossima Fermata, che ne dite?.














6 commenti:

  1. Visto il nuovo canale tv Agon Channel? Stanno facendo casting per tantissimi nuovi programmi in partenza e in più hanno annunciato che Sabrina Ferilli condurrà "Contratto”, il talk show di punta del canale in onda in prima serata

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  2. Brave! Io non sarei mai salita nella capsula trasparente!

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  3. Sempre bellissimo leggere delle tue avventure

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    1. Grazie davvero :D è un piacere condividerle con voi!! Sei mai stato ad Odaiba? :)

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  4. Sempre bellissimo leggere delle tue avventure

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