Oggi è Sabato quindi niente lezione,
facciamo subito i compiti in modo da avere il fine settimana libero
(che brave ragazze) e passiamo al supermercato a comprare il pranzo
da mangiare prima di partire, destinazione Akihabara (o Akiba, come
l'abbreviano i giapponesi).
( io e Ale alle prese con le
コロッケ-
korokke, delle crocchettone giapponesi giganti, le nostre sono una al
granchio e una alla carne, ma ci sono di tantissimi gusti)
(lungo la
strada troviamo questo mame shiba inu, che si potrebbe tradurre:
cane shiba fagiolino, si tratta insomma di Shiba più piccoli, con un incremento della pucciosità rispetto a quelli normali -già bellissimi di loro- del 200%. Se ne sta
perfettamente immobile, in una compostezza tutta giapponese, senza fare mezzo bau, nonostante il nostro essere appiccicate al cancello di casa sua come delle cretine per fargli le foto )
Akihabara è il
quartiere degli otaku, dei maid café, di negozi a più e più piani
dove perdere le ore tra scaffali di manga e gadget di tutti i tipi,
sale giochi con i loro colori sgargianti, i gachapon e gli ufo
catcher. La musica che ti accompagna ovunque tu sia e i colori, anche
qui sgargianti ed eccessivi,che riempiono gli occhi di meraviglia.
Uscendo all'
Uscita Electric Town dritti sulla destra incontriamo l'AKB48
e
il Gundam Café
(l'AK48 locale
dove si esibiscono delle famosissime idol giapponesi, lo shop dentro
è stracolmo di gente segno di quanto sia gettonato questo gruppo di
ragazze)
Akihabara, anche
città dell'elettronica dentro la metropoli, piccoli negozi vendono
qualsiasi oggetto elettronico ed elettrico, riempiendo le pareti e
qualsiasi superficie disponibile
(scatole,
prese, cavi si affastellano in negozi microscopici che sembrano così non poter respirare, affaticati dal peso della modernità)
Gli edifici si
vestono di immagini dai colori accesi e personaggi che ammiccano dai
muri ai passanti sottostanti, invitandoli ad entrare
Poco sfugge alla
logica dell'intrattenimento otaku, forse qualche grattacielo sparuto,
con i suoi vetri lisci e quadrati, in un rigore fuori posto che il
quartiere cerca di lavar via, colore dopo colore, riflettendosi su di
essi
Andando invece
verso sinistra e poi dritti, sempre dall'Uscita Electric Town, si
incrocia il famosissimo ponte verde
di Akihabara sui cui passa la JR,
uno dei simboli del quartiere
Attraversata la strada ci si addentra in un intreccio di stradine, dove i negozi e i café di vario genere abbondando
(una stradina
colma di insegne e persone, sulla destra una maid vestita da
studentessa cerca di fermare un possibile cliente)
Entriamo a curiosare in un negozio a più piani: K-books, dove manga e gadgets la fanno da padrone
E poiché faccio
la collezione delle spillette, cedo alla tentazione di comprarne una
Fuori nelle
stradine le maid, provenienti dai diversi café si contendono i
clienti, cercando di attirarli con le loro maniere kawaii e
distribuendo volantini ai possibili ご主人様
- goshujinsama, i venerabili clienti/padroni.
Le maid sfuggono
alle macchine fotografiche (una foto insieme a loro si paga e può
essere fatta solo all'interno del maid café) coprendosi con i
foglietti che tengono in mano o dando le spalle all'obiettivo
Ci fermiamo
davanti a una delle molte sedi della catena Maidreamin,
uno dei primi maid café di Tokyo, e l'intenzione è quella di
provarlo per merenda, dopo aver concluso un primo giro della zona.
Una maid ci si avvicina, ci appiccica un coloratissimo bollino
ciascuno su una guancia e ci consegna il volantino ringraziandoci.
(gli sticker
del Maidreamin con cui ce ne siamo andate in giro tutto il tempo,
immancabile accessorio moda Tokyo estate 2014, non lo sapevate?)
Passeggiamo
ancora un po' prima della pausa merenda, curiosando per strada e tra
gli edifici colorati
E entriamo da Kayodo, un
altro dei numerosi edifici a più piani che mi regala scorci
interessanti
(due Maid del
Maidremin in strada per distribuire volantini, scatto la foto
dall'alto a loro insaputa)
Ora di merenda e
la stanchezza reclama zuccheri, ci apprestiamo ad un'altra esperienza
tipicamente giapponese: il maid café. Così saliamo al secondo piano
di uno dei Maidremin di Akihabara (quello in cui siamo andate
noi è a sinistra del ponte verde, arrivando dall'uscita Electric
Town della stazione)
Appena le porte
dell'ascensore si aprono ci rendiamo conto di essere le uniche donne
la dentro oltre le maid (imbarazzante, ma siamo qui per divertirci
quindi l'imbarazzo va messo da parte). Le maid ci accolgono in un
coro di gioiose esclamazioni con quella loro vocina fine e allegra
invitandoci a sedere. Scegliamo un tavolino e la capa maid viene a
spiegarci come funziona dato che è la prima volta che veniamo:
l'entrata+1h di permanenza costano 500 yen, in più si sceglie
qualcosa da bere/mangiare o entrambi (il costo in questo caso varia a
seconda di quello che si ordina).
Ora con un
incantesimo accenderà una candela soffiandoci sopra, e finché la
candela sarà accesa sul nostro tavolino noi saremo le mistress e lei
la nostra maid. Poi ci consegna i menù dicendoci che, una volta scelto cosa mangiare, dobbiamo chiamarla mimando con le mani le zampe del gatto e
dicendo nyan nyan (il verso
del gatto in giapponese)
Ci
lasciano perfino un paio di orecchie a testa da poter indossare per
la durata della permanenza, così da entrare nello spirito del luogo.
I maid café, lo si può capire passandoci del tempo, non sono
affatto luoghi sciocchi o strani, ma luoghi del buon umore e del
sorriso. Colorati e tranquilli, dove ridere in compagnia, mangiare
una torta o bere qualcosa di carino, così in leggerezza, che lavi
via una giornata storta o la migliori .
Ordiamo
tre チーズ ケーキ
(chiizu keeki, cheese
cake) e la maid ci porta subito tre bicchieri d'acqua (qui e gratis
ovunque). Compreso con le torte c'è l'incantesimo per rendere più
buono il cibo (a seconda di cosa si ordina e quindi di quanto si
spende la maid farà una serie di cose: canzoncine, balletti,
incantesimi di vario tipo) e una delle maid, una volta arrivati i
piatti ce lo insegna: dobbiamo recitare oishikunare moe moe
kyun mentre
congiungiamo le dita per formare un cuore e passarlo sopra la
tortina, è stata una delle cose più spassose che io abbia mai
fatto.
(le nostre torte, notare la finezza: gli animaletti disegnati sono
coordinati alle nostre orecchie)
(ogni foto con
una maid si paga 500 yen ma riusciamo a infilarla a sgamo nello scatto, è la carinissima capa maid del locale, che dolcissima ci ha
fatto i complimenti per i capelli ricci)
Ristorate da
quest'oretta di riposo e risate, camminiamo intorno all'isolato e
troviamo il famosissimo edificio della LABI con le caratteristiche
scale mobili nei tubi
Intravediamo
guardando in alto quello che pare dai vestiti esposti in vetrina un
negozio di cosplay, prese dall'entusiamo ci avviciniamo per poi
scoprire che è un immenso sexy shop a più piani, proprio in bella
vista nel mezzo di Akihabara. Siamo seriamente tentate di entrare, la
vergogna ci fa esitare, ma alla fine se si è in Giappone bisogna
accoglierne tutti i lati giusto? E se le cose si fanno, si fanno bene
giusto? (e noi non stiamo cercando di autoconvincerci, vero?)
Così entriamo,
dentro pare proprio un negozio normalissimo, i commessi dicono
いらっしゃいませ
serafici
come loro solito, ci sono tantissimi uomini ma anche coppie che
stanno lì a fare quella che si potrebbe chiamare in tutto e per
tutto una spesa al supermercato, tralasciando il genere di articoli e
il reparto sadomaso.
L'ho detto io che
l'imbarazzo va messo da parte, se così non fosse ci saremmo perse
queste altre due risate dentro sto posto.
Rivelazioni sul
Giappone che si possono apprendere solo all'interno di un sexy shop o
legge fisica del Giappone n° 2: non importa che tipo di oggetto sia,
qualsiasi merce potrà avere stampato sopra Rilakkuma
Facciamo poi un
salto al SEGA e anche qui lasciamo traccia della nostra presenza a
Tokyo
(stiamo
riempiendo la città di bigliettini, abbiamo scritto:イタリア人は かっこいいですね!!, ovvero: gli italiani sono fighi, capiteci)
(milioni di
tipi diversi di gachapon, macchinette da cui -inserendo 100/200 yen-
escono delle palline con dentro dei piccoli gadget di diversi
manga/anime)
(Isa tenta la
fortuna a un ufo catcher)
Decidiamo di fare
ancora un salto al Don Qijotte di Akihabara
(appena
uscite dal SEGA, ormai la sera è calata e Akiba prende luce)
(finalmente
riesco a scattare una foto all'interno di un pachinko, questo si
trova attaccato al Don Qijotte. Sono luoghi che un po' mi inquietano,
dentro la musica è altissima, i rumori delle slot assordanti, la
luce delle macchinette pare accecante: sembrano posti creati per
rubare il buon senso alle persone. Lati del Giappone meno belli,
almeno a mio avviso).
Dentro al Don
Qinjotte troviamo nuovamente di tutto (anche se la merce non è
esattamente la stessa di quello di Shinjuku)
(Shigeki no
kyojin everywhere)
(maschere
assurde, delle serie solo i giapponesi, ma io li adoro anche
per questo)
(ormai quando vedo qualcosa di Kuroko parte l'innamoramento)
(ormai quando vedo qualcosa di Kuroko parte l'innamoramento)
Siccome ormai è
tardi, torniamo a Nippori e ci fermiamo al Mos Burger
vicino alla stazione. Si tratta di una catena di fast food
giapponesi, anche se non li si può definire esattamente fast food,
perché il modello è molto diverso dal classico McDonald e la
qualità è di lunga superiore (il McDonald fa proprio una magra
figura in confronto).
Inanzitutto
manca il fast davanti al food, tutti son calmi, sono le cassiere a
portarti i panini al tavolo dentro dei piccoli cestini. E più che di
food si può veramente parlare di 食事
(shokuji-cibo) nel
concetto giapponese: qualcosa di carino, non solo buono ma anche
bello per gli occhi, fatto con cura e pensiero. I panini sono formato
mano, ma riempiono dieci volte di più di quelli del Mc; sarà mica
la qualità degli ingredienti? Pane morbido e fragrante, insalata
croccante e fresca, carne che sa di carne, e solo salsa teriyaki come
condimento-nel panino che ho scelto io- in una semplicità
disarmante, che non ha bisogno di salse bbq, cbco o altri simili
elenchi alfabetici per essere buonissima.
Vi
mando un grandissimo saluto da questa Tokyo che mi affascina sempre
di più. Domani visiteremo Harajuku,
quartiere del Meiji Jingu (il più importante tempio shintoista di
Tokyo) e delle bizzarre mode giapponesi.
Nooo daiiii il Maid Café è pucciosissimo ahahah e per le strade sembra di essere in un parco giochi!! Favoloso! ^^
RispondiEliminaE' stato bellissimo andare al maid Ele, assolutamente consigliato !!! Akihabara è un quartiere assurdo e bellissimo
Elimina